Le smorfie a Servillo e i fischi a Flaiano

22 Gennaio 2019

È rischioso manifestare il proprio disappunto a teatro durante uno spettacolo. Potreste rimetterci il posto. No, non quello di lavoro, ma quello in sala. E ciò che è accaduto, l’altra sera, nel Teatro Bellini di Napoli, dove una spettatrice si è fatta rimproverare dall'attore Toni Servillo durante la rappresentazione di “Elvira” a causa delle sue smorfie di disappunto. Servillo, secondo alcuni testimoni, ha interrotto lo spettacolo e rimbrottato la signora, invitandola ad abbandonare la sala. Chissà come avrebbe commentato una storia come questa, Ennio Flaiano. L’invocazione del defunto scrittore pescarese non è un rituale richiamo alla sua sapienza aforistica. Tutt’altro. Il nome di Flaiano viene alla mente pensando a ciò che accadde, il 23 novembre del 1960 a Milano, alla prima della sua opera teatrale “Un marziano a Roma”. La commedia fu presa letteralmente a pernacchie dal pubblico. Luciano Lucignani, che di quell’epico fallimento fece parte in veste di attore, raccontava così, 29 anni dopo, quella serata indimenticabile: «Uscimmo dal teatro alle due di notte. Sembravamo dei dispersi dell'armata di Russia, dopo la disfatta. A Roma, Ennio si chiuse in casa e non si fece vedere dagli amici per circa un mese. Amerigo Bartoli commentò: “L'insuccesso gli ha dato alla testa”». Altri tempi.
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