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11 MAGGIO

Oggi, ma nel 2003, a Bologna, nell’Arena del sole, si concludeva il convegno dedicato ai quarant’anni dalla fondazione del “Gruppo 63”, movimento letterario e più in generale culturale, di neoavanguardia, costituito, a Palermo, nell’ottobre 1963, nella prima settimana del mese, nell’hotel Zagarella, da scrittori, critici, poeti e studiosi desiderosi di sperimentare nuove forme d’espressione. L’impianto iniziale era composto da Alberto Abbasino, Nanni Balestrini, Renato Barilli, Achille Bonito-Oliva, Giorgio Celli, Furio Colombo, Umberto Eco, Angelo Guglielmi, Giorgio Manganelli, Edoardo Sanguineti, Sebastiano Vassalli, Amelia Rosselli, Patrizia Vicinelli, Carla Vasio. La raccolta di versi “I Novissimi. Poesie per gli anni Sessanta”, pubblicata per i tipi di Rusconi e Paolazzi, di Milano, nel 1961, nella collana Biblioteca dei Verri, diretta da Luciano Anceschi. Benché ignorato dal grande pubblico, il “Gruppo 63” (nella foto, particolare, da sinistra a destra, Roberto Di Marco, Giangiacomo Feltrinelli, Gaetano Testa, Michele Perriera, nel capoluogo siciliano), aveva destato non poche polemiche, anche per il palese rimando al marxismo e allo strutturalismo, soprattutto da parte di autori già baciati dal successo, quali: Vasco Pratolini, Giorgio Bassani, Carlo Cassola ed Enzo Siciliano. In estrema sintesi l’esperimento si era proposto di rinnovare la letteratura del Belpaese, ritenuta asfittica, ma il distacco dal sentire comune assommato a selezioni comunicative ostiche, avevano reso il risultato piuttosto cerebrale ed elitario. L’evento bolognese, cominciato l’8 maggio precedente, si poneva l’incombenza di tracciare il consuntivo, critico e storiografico, di quel singolare laboratorio. L’appuntamento nella città felsinea confluirà nelle 368 pagine del volume che verrà intitolato “Il Gruppo 63: quarant’anni dopo”, edito da Pendragon, di Bologna, nel 2005, a cura di Niva Lorenzini, Fausto Curi e il già menzionato Barilli.