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12 ottobre

Oggi, ma nel 1998, a Fort Collins, in Colorado, moriva, dopo cinque giorni di agonia, a causa delle lesioni subite nella notte tra il 6 e il 7 ottobre precedente, Matthew Shepard, di 21 anni, massacrato dai coetanei Aaron McKinney e Russell Handerson, incontrati a Laramie, in quanto omosessuale.

Il giovane era stato derubato, legato alla staccionata in un terreno a Snowy view road, e colpito con il calcio di una pistola, fino a fracassargli il cranio. Dagli esami medici successivi risulterà aver riportato danni celebrali tali da compromettere le facoltà vitali.

La vittima (nella foto, particolare), era affetta da HIV. I due responsabili verranno condannati a due ergastoli ciascuno, ma loro linea difensiva durante l’iter processuale opterà per la versione da “panico gay”. Ovvero sarebbero stati, verosimilmente, momentaneamente incapaci di intendere e di volere, perché attenzionati sessualmente da Shepard. In realtà la tecnica sarebbe stata adottata per evitare la pena capitale. La vicenda avrà risvolti internazionali sia nelle comunità Lgbt+, che nell’opinione pubblica.

Anche nel Belpaese il fatto di sangue aprirà un acceso dibattito, in particolare interverrà l’Arcigay di Modena, che dal 2000 sarà intitolato alla sua memoria. Il 15 novembre 2011 Antonello Morsillo, definito dai critici “il pittore dell’etica”, al Caffè Letterario di via Ostiense, a Roma, terrà il vernissage della personale “Svestiti di carne” nel quale omaggerà Shepard con la tela “Scarecrow”.

Affiancherà il giovane malcapitato statunitense ad altri ritenuti martiri del pensiero, quali Pierpaolo Pasolini, Ipazia, Giordano Bruno, Federico Garcia Lorca, Sophie Scholl e Mohandas Karamchand Gandhi.