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14 NOVEMBRE

Oggi, ma nel 1982, a Palermo, fuori dal bar Collica, su via Emanuele Notarbartolo, alle 21.30, Mario Prestifilippo, detto “Mariuzzu” e Giuseppe “Pino” Greco, detto “Scarpuzzedda”, sicari di Cosa nostra, con la partecipazione di Giuseppe Lucchese, su mandato di Totò Riina, Bernardo Provenzano e Michele Greco, capi della Cupola mafiosa, uccidevano, con 5 colpi di pistola calibro 38 alla testa, il poliziotto Calogero “Lillo” Zucchetto, di 27 anni.

Era originario di Sutera, in quel di Caltanissetta, classe 1955, era nel Corpo delle guardie di Pubblica sicurezza dal 1974, per un breve periodo aveva anche fatto parte della scorta assegnata al giudice Giovanni Falcone, che verrà assassinato il 23 maggio 1992. Era in forza alla settima sezione “antimafia” della squadra mobile della Questura del capoluogo siciliano dove collaborava con il commissario Antonino “Ninnì” Cassarà. Con quest’ultimo, in motorino, pattugliava i vicoli cittadini ed in particolare della borgata periferica di Ciaculli, soprattutto alla ricerca di fuggiaschi.

Il 7 novembre precedente, con un blitz di Cassarà, aveva fatto prendere il latitante Salvatore Montaldo, boss di Villabate. Con Cassarà, che verrà fatto fuori dall’organizzazione malavitosa il 6 agosto 1985, sempre a Palermo, Zucchetto (nella foto, particolare) aveva steso il rapporto Greco-Michele +161, che tracciava il quadro completo della guerra di mafia dal 1981, con, in particolare, l’ascesa del clan dei Corleonesi di Luciano Liggio e dei già menzionati Riina e Provenzano. Zucchetto aveva anche raccolto le confidenze del pentito Salvatore “Totuccio” Contorno, che porteranno al maxi processo del 1986. L’agente verrà insignito, dalla presidenza della Repubblica, a Roma, l’1 luglio 1983, per il suo estremo sacrificio, della medaglia d’oro al valor civile.