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15 luglio
Oggi, ma nel 1849, a Venezia, durante l’assedio della Repubblica di San Marco, presieduta da Daniele Manin dal 22 marzo 1848, le truppe del feldmaresciallo asburgico Joseph Radetzsky, bombardavano la città lagunare dal cielo mediante ordigni esplosivi agganciati a palloni areostatici. La “Serenissima” si arrenderà agli atti di forza propalati dalla monarchia viennese il 22 agosto successivo. L’esperimento di soggiogare i veneziani tramite cariche dinamitarde dall’alto era stato già tentato il 2 luglio precedente, per intuizione del colonnello d’artiglieria Benno Uchatius, in forza allo Stato maggiore austro-ungarico, che aveva testato il rilascio di granate da una mongolfiera.
Ma il risultato era stato al di sotto delle aspettative. Passato poi ai palloni più piccoli ed autonomi, 10 collegati fra loro a ragnatela, da far innalzare fino a 600 metri di quota, quello del 15 luglio 1849 (nella foto, particolare, litografia a colori di Giovanni Battista Borghesi, stampata da Kier editore, conservata nella biblioteca nazionale austriaca) verrà considerato uno dei primi impieghi bellici di bombardieri dalla volta celeste. Tra l’altro il maggiore Giuseppe Andervolti, artigliere repubblicano di origine friulana, aveva approntato un razzo Congreve, mutuato da quello adoperato dalla Marina inglese nell’attacco di Copenaghen del 1811, e dell’ingegnere milanese esiliato a Londra Federico Piatti, con radici venete. Ma tali contromisure non verranno utilizzate.