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15 OTTOBRE
Oggi, ma nel 1879, a Roma, Papa Leone XIII fondava la Pontificia accademia di San Tommaso d’Aquino, con sede nel Palazzo della Cancelleria, ubicato nella omonima piazza, col cardinale Giuseppe Pecci quale primo prefetto, per difendere e diffondere la dottrina tomistica così incline a conciliare fede, uso del raziocinio e dignità dell’individuo.
Il Santo padre Gioacchino Pecci riconoscerà le leggi costitutive della nuova istituzione religiosa mediante il breve apostolico del 9 maggio 1895. La struttura, particolarmente dedita alla promozione degli studi e della rivalutazione, non solo nel Belpaese, ma a livello internazionale, connessi al domenicano legato all'abbazia di Fossanova di Priverno, in quel di Latina, sarà confermata il 23 gennaio 1905 dal successore di San Pietro Pio X, attraverso lettera apostolica. Ma sarà il successore sul soglio petrino Giovanni Paolo II a riformare l’impianto accademico, il 28 gennaio 1999, per il tramite della lettera apostolica “Inter Munera Academiarum”.
Il già menzionato Giuseppe Pecci - studioso di vaglia del pensiero e dell’opera del domenicano reputato dagli addetti ai lavori il principale esponente della Scolastica (nella foto, particolare, in una delle rappresentazioni iconografiche particolarmente utilizzata addirittura in Vietnam), originario di Roccasecca, nel frusinate- che resterà in carica fino all’8 febbraio 1890, data della morte, era il fratello maggiore del capo della Chiesa.
Sarà l’ultimo caso di “cardinal nipote”, ovvero nominato proprio in virtù del grado di parentela con il massimo esponente del Vaticano, concludendo così una consuetudine del mondo ecclesiastico, non proprio imperniata sulla meritocrazia, che affondava le radici nelle usanze canoniche medievali. Per arrivare poi alla figura del presidente singolo della Pontificia accademia di San Tommaso d’Aquino, in luogo della prefettura di reggenza o del consiglio cardinalizio detentore dell’ufficio di presidenza, bisognerà attendere il 1979, quando sarà elevato a tale rango il cardinale Mario Luigi Ciappi, che perdurerà fino al 1994.