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15 settembre

Oggi, ma nel 1993, a Roma, nell'ospedale Sant'Eugenio, moriva, a 79 anni, per complicazioni polmonari, il generale di brigata aerea dell'Aeronautica militare italiana, in congedo, Edmondo Bernacca. Romano, del 1914, era stato il volto e la voce delle previsioni meteorologiche in televisione (nella foto, particolare, in studio), dal 1950 al 1982. Poi era stato sostituito dal colonnello dell’Aeronautica Andrea Baroni, di Fabriano, in provincia di Ancona, del 1917, che rimarrà in televisione fino al 31 dicembre 1993, e che dal 7 agosto 1973 si era già saltuariamente alternato con il collega Bernacca.

La ricorrente espressione di Bernacca "Nebbia in Val Padana" era entrata nel lessico popolare del Belpaese, ironicamente non solo con riferimento al meteo. Dal 1960, quando aveva il grado di tenente colonnello, era per i telespettatori il colonnello Bernacca, quello che spiegava e anticipava agli italiani che tempo e quale temperatura l'indomani avrebbero accompagnato le loro giornate su e giù per lo Stivale. Appuntamento inizialmente seguito con estremo interesse dagli agricoltori che poi, via via, era divenuto imprescindibile per una fetta sempre crescente di popolazione. Il primo articolo, intitolato “Fisiologia dei terremoti”, l’aveva firmato sul quotidiano toscano Il Tirreno, il 2 settembre 1948. Nel 1955 era approdato nella radio di Stato, all’interno della rubrica Casa serena. Nel 1968 aveva ideato per la Rai il programma Il tempo in Italia, del quale aveva curato sia la preparazione che la conduzione. Il suo volume più noto era "Che tempo farà. Manuale di meteorologia pratica", che era stato pubblicato dalla casa editrice Arnoldo Mondadori di Milano, nel 1971, e che per decenni verrà considerato il testo punto di riferimento per i neofiti che intendessero avvicinarsi alla materia.

Grazie a Bernacca il pubblico televisivo anche di estrazione culturale non elevata era riuscito a familiarizzare con argomenti complessi come l’influenza dell’alta e della bassa pressione, a riconoscere termini tecnici prima ignoti come millibar e isobare e a sapere dove si trovasse sulla carta geografica l’arcipelago delle Azzorre, caratterizzato dal suo influente anticiclone.

Bernacca si era arruolato nella regia Aeronautica militare nel 1938 e si era occupato di meteorologia fin dall’inizio del suo percorso da ufficiale. In tv si era distinto non solo per la sua competenza, ma anche per la sua presenza scenica da gentiluomo d'altri tempi e la voce suadente con la quale snocciolava le sue previsioni. Prima di approdare sul piccolo schermo per il suo rituale spazio mandato in onda cinque minuti prima del telegiornale delle 20, come primo in Italia in quel ruolo, quando ancora aveva il grado di capitano, aveva prestato servizio come meteorologo alla Scuola di applicazione dell'Aeronautica militare di Firenze e all'Istituto idrografico della Marina militare, prima a Taranto e poi nella capitale. L’11 febbraio 2006, alla presenza della moglie Bepi Bernabò, dei figli Paolo e Federica, del generale Baroni, verrà intitolata alla memoria di Bernacca la stazione meteorologica automatica installata nell’osservatorio astronomico Franco Fuligni, in località Vivaro di Rocca di Papa, in quel di Roma.