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20 MAGGIO

Oggi, ma nel 1973, a Monza, nell’autodromo nazionale, durante il Gran premio motociclistico delle nazioni, alle 15.15, durante il primo giro di pista dei sedici previsti, all’ingresso della curva grande, della gara della classe 250 centimetri cubi, si verificava l’incidente che costava la vita a Renzo Pasolini, di 35 anni, su Aermacchi-Harley Davidson, e centrava mortalmente il finlandese Jarno Saarinen, di 27, a bordo di Yamaha TD-3 YZ 635, campione del mondo di categoria in carica. Tecnicamente al “Paso”, riminese, soprannominato il “D’Artagnan della moto”, si intraversava il mezzo, a oltre 200 chilometri all’ora, per grippaggio dei due pistoni, finendo violentemente contro le paratie (nella foto, particolare, rimbalzando e centrando l’ingegnere di Turku che sopraggiungeva e che, sbalzato sull’asfalto, veniva investito da altri piloti. Ulteriori 12 centauri finivano scaraventati sull’asfalto. La competizione veniva annullata, come quella della classe mezzo litro e quella dei sidecar, in programmazione per le 16.30 e per le 18. Contribuiva alla carambola anche l’olio motore versato sul tracciato, da 5,750 chilometri, dalla Benelli di Walter Villa, nella prova delle 350 e non pulito. Il quarto appuntamento del motomondiale -cominciato il 22 aprile precedente e che il 23 settembre successivo incoronerà il tedesco Dieter Braun, del team col simbolo dei tre diapason, come iridato- segnava lo spartiacque tra il modo di correre “eroico” e il successivo, con maggiore attenzione alla sicurezza, non solo nel Belpaese.