PABLO DELL'OSA

21 AGOSTO

Oggi, ma nel 1957, a Roma, il quotidiano “Il Paese”, riportava la notizia secondo la quale il questore Arturo Musco, dopo aver sentito il prefetto Giulio Cesare Rizza, insediato il 15 agosto precedente, prendeva provvedimenti contro l’abitudine di girare con i calzoncini dei turisti e più in generale verso gli abiti succinti indossati dai vacanzieri, particolarmente tedeschi e francesi, soprattutto nei luoghi di rilevanza storico artistica, dopo le rimostranze del pontefice Pio XII, riportate dall’organo di stampa ufficiale della Santa sede, “l’Osservatore romano”, il 19 agosto precedente. Si aggiungeva la lagnanza del cardinale patriarca di Venezia che sottolineava come persino dentro San Marco fossero entrati visitatori arrivati dall’estero in mise scandalosa.

L’iniziativa volta a ripristinare il buon costume era affidata da Musco, in procinto di partire per le ferie a Fiuggi, dove era solito frequentare le terme, ai funzionari del suo gabinetto di palazzo San Vitale Sebastiano Macrì e Armando Bisogno. La repentina levata di scudi a tutela della pubblica decenza spiegava, dettagliatamente, che coloro i quali fossero stati trovati nelle condizioni non ritenute idonee alla frequentazione di ambienti “sacri”, non solo dal punto di vista strettamente religioso, sarebbero stati, con pronto intervento dagli agenti delle forze dell’ordine, “gentilmente” invitati ad abbandonare quegli spazi e/o a coprirsi rispettando maggiormente il decoro, nonostante la calura. Insomma una sorta di guerra dichiarata agli “shorts” (nella foto, particolare, il pezzo sulla prima pagina del “Corriere d’Informazione”, del 22-23 agosto di quel 1957, con tanto di foto di villeggianti forestiere discinte).

In caso di ritrosia nell’adempiere a ciò i vacanzieri in tenuta reputata “balneare” sarebbero stati identificati, segnalati alle ambasciate o ai consolati di riferimento e poi anche denunciati all’autorità giudiziaria. Tutta l’articolata vicenda, al confine tra morale e decenza, sfoggio della troppo disinvolta modernità e il riflusso dell’arretratezza culturale, verrà raccontata da Liliosa Azara, ricercatrice in Storia contemporanea e in Storia delle donne, del dipartimento di Scienze della formazione dell’università degli studi Roma Tre, nel volume intitolato “I sensi ed il pudore. L’Italia e la rivoluzione dei costumi (1958-68), che sarà pubblicato dalla casa editrice capitolina Donzelli, nel 2018.