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21 luglio

Oggi, ma nel 2001, a Genova, nel contesto del vertice G8, tra le otto principali potenze nazionali mondiali, nella scuola Armando Diaz, situata nel quartiere Albaro, adibita a centro stampa del coordinamento del Genova social forum, che faceva capo al medico e attivista Vittorio Agnoletto, futuro parlamentare europeo dal 20 luglio 2004, si verificava l’irruzione dei reparti mobili della Polizia di Stato, con 346 poliziotti, che era coadiuvata da battaglioni dei carabinieri, con 149 esponenti dell’Arma, che terminerà con pesanti atti di violenza tra esponenti delle forze dell’ordine verso i manifestanti.

Tra i 93 giornalisti presenti 82 rimarranno feriti. I fatti saranno ampiamente documentati dal cronista Gianfranco Botta come prima istanza. L’evento desterà enorme scalpore mediatico non solo nel Belpaese (nella foto, particolare, l’ingresso dell’edificio scolastico “Diaz” con uno striscione di protesta affisso alle inferriate). Considerando anche il contesto nel quale si collocavano gli avvenimenti.

L’iter giudiziario per appurare la verità degli accadimenti e le responsabilità sia apicali che di base sarà lungo e tortuoso. E vi sarà anche il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo effettuato da Arnaldo Cestaro, rimasto colpito durante le colluttazioni, che sarà un caso nel caso. Verso di lui lo Stato italiano verrà condannato al pagamento, quale forma di risarcimento, di 45mila euro.

La controversa vicenda, con tanto di risvolti politici, verrà ricostruita nel film “Diaz - Don’t clean up this blood”, che sarà girato dal regista Daniele Vicari, nel 2012. Mentre Alessandro Mantovani rievocherà quel 21 luglio 2001 nel libro “Diaz, processo alla Polizia”, che sarà pubblicato dalla casa editrice Fandango, di Roma, nel 2011.