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22 agosto

Oggi, ma nel 1922, a Béal na Blath, nella contea di Cork, in Irlanda, il gruppo di fuoco repubblicano assassinava Michael Collins, figura di spicco della guerra d’ indipendenza, esponente apicale del movimento e partito politico separatista Sinn Fein, d’ispirazione socialdemocratica repubblicana, nonché presidente del governo provvisorio dello Stato libero d’Irlanda, in carica dall’inizio del gennaio precedente. Collins, veniva assassinato dai rivoltosi (nella foto, particolare, il ritratto, sul letto di morte, in divisa da generale dell’esercito irlandese, adornato della bandiera nazionale e della croce, a simboleggiare lo spiccato senso cattolico, eseguito da John Lavery di Belfast) contrari al trattato anglo-irlandese del 6 dicembre 1921, siglato a Londra. L’accordo aveva escluso dalla neonata forma statuale le sei contee nord orientali, a maggioranza protestante, di genesi, per l’Ulster. Legata alla morte prematura e violenta di Collins c’era anche la vicenda, alquanto controversa, dell’assegnazione di armi e munizioni provenienti dalla riserva dei legionari fiumani di Gabriele D’Annunzio. Per la precisione 30mila fucili modello 91 più 20 milioni di proiettili ed un imprecisato numero di mitragliatrici Fiat, riserve sottratte dal carico del piroscafo “Persia”, destinato a rifornire l’esercito controrivoluzionario russo in lotta contro l’armata rossa bolscevica. La trattativa tra il Vate e Donal Hales, emissario dell’Ira, aveva portato anche all’interessamento di Benito Mussolini nell’incontro, il 21 novembre 1920, a Roma, in segreto, nella sede del dicastero della Guerra.