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22 luglio

Oggi, ma nel 1998, a Palermo, al quinto piano del civico 17 di via Salvatore Pianell, Vincenzo Serio, di 20 anni, assassinava, con 64 coltellate, la vicina di casa Aurora Labruzzo, di 43 anni, moglie di Andrea Barone, comproprietario, con il fratello Onofrio, del ristorante “Regine”, tra i meglio frequentati del capoluogo siciliano. Prima di essere sgozzata, la vittima era al telefono con la madre Rachele Messineo. I figli, Giuseppe di 16 e Veronica di 20, erano fuori dall’abitazione.

Il killer (nella foto, particolare, insieme alla malcapitata) che simulava maldestramente l’omicidio a scopo di rapina finito male, in realtà era stato colto da un raptus. Aveva raggiunto la donna passando per il balcone adiacente.

Era già noto alle cronache per aver rubato preziosi alla madre e per relazioni burrascose, ai limiti della violenza, con donne più grandi d'età. Inizialmente le piste relative all’agguato letale erano quelle del delitto passionale, verosimilmente da parte di un amante infelice, oppure del racket delle estorsioni, per via dell’attività di ristoro.

Serio, il 29 febbraio 1999, confesserà l’azione omicida. Verrà condannato a 28 anni di reclusione, in secondo grado. Il 3 giugno 2022 Serio verrà arrestato, a Parma, dai carabinieri di Pioltello, per essere evaso dagli arresti domiciliari ed aver rotto il braccialetto elettronico, il 23 maggio di quel 2022, per andare a cercare l’ex moglie ed il figlio, che però erano al sicuro in una comunità.

Presumibilmente, secondo quanto detto da Serio ai rappresentanti delle forze dell’ordine, dopo il femminicidio del ’98, sarà mosso dall'intenzione di metterne a segno un altro.