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23 luglio
Oggi, ma nel 1957, a Roma, il tumore ai polmoni si portava via, a sessant’anni, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, palermitano, autore del romanzo “Il Gattopardo”, che verrà pubblicato postumo, l’11 novembre 1958, dalla casa editrice milanese Giangiacomo Feltrinelli. Il libro, che sarà il primo best seller del Belpaese, si aggiudicherà la tredicesima edizione del premio letterario Strega, nella capitale, il 2 luglio 1959, avendo la meglio su lavori di autori già consolidati.
Nel dettaglio: Mario Praz, “La casa della vita”, Mondadori; Pier Paolo Pasolini, “Una vita violenta”, Garzanti; Massimo Franciosa, “La finta sorella”, Vallecchi; Augusto Frassineti, “Misteri dei ministeri ed altri misteri”, Longanesi. “Il Gattopardo”, titolo preso dallo stemma araldico della casata, catapulterà il principe-erudito (nella foto, particolare) tra i migliori scrittori non solo d’Italia, ma anche a livello internazionale. E pensare che il manoscritto sarà dato alle stampe, su pesante intercessione di Elena Croce, che perorerà la causa con Giorgio Bassani, direttore della collana feltrinelliana di narrativa “I contemporanei”.
La figlia dell’abruzzese don Benedetto - che tra l’altro si spenderà nel denunciare l’abusivismo edilizio nell’aerea del Parco nazionale d’Abruzzo - era stata contattata da Giorgio Gargia, paziente di Alexandra Wolff Stormersee, psicoanalista e moglie del defunto romanziere. Il testo di base, benché incompleto, era stato proposto e sonoramente bocciato sia all’Arnoldo Mondadori del capoluogo lombardo che all’ Einaudi di Torino. Lucio Piccolo, cugino di Tomasi di Lampedusa, ci aveva provato con Federico Federici, ma il diniego era arrivato, per entrambe le blasonate realtà editoriali, da Elio Vittorini.