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23 MAGGIO

Oggi, ma nel 1966, A Passo di Vizze, valico alpino di 2276 metri sul livello del mare, in territorio italiano, di Val di Vizze, della provincia autonoma di Bolzano, ma al confine con Finkenberg, nel Tirolo austriaco, si consumava l’attentato dinamitardo ordito da esponenti del Bas-Befreiungsausschuss Sud Tirol, ovvero il comitato per la liberazione del sud Tirolo, che costava la vita al finanziere Bruno Bolognesi. Quest’ultimo, di 24 anni, originario di Argenta, in quel di Ferrara, dal marzo 1965, era in servizio nella brigata di frontiera di San Giacomo di Vizze. L’esplosione (nella foto, particolare, i resti dopo la deflagrazione) si verificava alle 12.30, a ridosso del rifugio in legno di pertinenza del distaccamento della Guardia di finanza. L’organizzazione terroristica irredentistica, fondata nel 1956, da Sepp Kerschbaumer, di Appiano, morto in carcere a Verona, il 7 dicembre 1964, di infarto, si proponeva l’autodeterminazione dell’Alto Adige mediante la secessione dal Belpaese e attraverso l’annessione al governo di Vienna. Con l’obiettivo di raggiungere l’unificazione politica del Tirolo, area già rientrante negli storici domini dell’impero asburgico. Il ricovero in pietra, aggiunto nel 1897 a quello iniziale in legno del 1888, realizzato da Alois Rainer, oste di San Giacomo di Val di Vizze, verrà ricostruito nel 1971 e riaperto nel 1973. La vittima, arruolatasi nell’aprile 1961, dopo essere stata destinata alla legione di Trento, aveva preso parte al corso di formazione nella scuola alpina di Predazzo. La prima azione esplosiva del Bas risaliva al 22 novembre 1957, quando, nel cimitero di Montagna, avevano minato la tomba di Ettore Tolomei, esponente di spicco del nazionalismo tricolore, intellettuale fascista, senatore del regno nella XXVI legislatura, dall’11 giugno 1921 al 25 gennaio 1924.