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25 OTTOBRE

Oggi, ma nel 1991, in tutta Italia, avveniva l’exploit nella classifica nazionale dei singoli, di “Siamo soli nell’immenso vuoto che c’è”, del cantautore “Raf”, Raffaele Riefoli, di 32 anni, brano estratto dall’album “Sogni…è tutto quello che c’è”, quarta raccolta incisa in studio dell’artista di Margherita di Savoia, in provincia di Barletta-Andria-Trani, pubblicato il 4 marzo precedente, dall’etichetta discografica milanese Compagnia generale del disco.

Dal 27 febbraio al 2 marzo, Raf aveva portato “Oggi un Dio non ho”, sempre proveniente dal medesimo album, che aveva raggiunto la decima posizione nell’edizione numero 41 del Festival di Sanremo, nella cornice del Teatro Ariston, quando a vincere era stato Riccardo Cocciante con il tormentone “Se stiamo insieme”. “Siamo soli nell’immenso vuoto che c’è” (nella foto, particolare, vinile e copertina della versione remix del 45 giri in questione), il 31 dicembre successivo, chiuderà la chart tricolore dei 45 giri al 19° posto e il pezzo, insieme a “Interminatamente”, segnava anche il punto di arrivo del crescendo di Raf.

Scalata che partiva da “Self control”, del 1983, passando per “Si può dare di più”, del 1987, pezzo interpretato dal trio composto da Gianni Morandi, Enrico Ruggeri e Umberto Tozzi, in grado di conquistare la kermesse della Città dei fiori, il 7 febbraio di quell’anno. Ma ancora “Gente di mare”, sempre dell’87, che aveva segnato il suo debutto in italiano, dopo anni di esibizioni in inglese. Ancora, vi era stato “Cosa resterà degli anni ‘80”, vera pietra miliare della musica leggera del Belpaese, del 1989. E, infine, “Ti pretendo”, cavallo di battaglia sentimental-pop, col quale si era aggiudicato il 26° Festivalbar, il 5 settembre ’89, nel suggestivo scenario dell’Arena di Verona.