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24 ottobre

Oggi, ma nel 1961, a 3 miglia marittime al largo dell’isola di Grenada, nel Mar dei Caraibi, la turbo-nave da crociera Bianca C, appartenente, dal 1959, alla flotta all’armatore genovese Giacomo Costa, affondava, devastata dall’incendio a bordo, scoppiato a causa dell’esplosione avvenuta nella sala macchine, il 22 ottobre precedente, durante la manovra di ancoraggio in rada. Erano state fatte evacuare le 670 persone presenti, tra passeggeri, che erano 362, e componenti dell’equipaggio, che ammontavano a 311. Ma tra questi ultimi c’erano state 3 vittime: il genovese Natale Rodizza, secondo macchinista, di 33 anni, lo spezzino Umberto Ferrari, fuochista, di 50, il napoletano Antonio Belcastro, secondo ufficiale di macchina, di 29.

Gli scampati al pericolo, inizialmente sistemati nel piccolo ospedale di Saint George’s, verranno rimpatriati, dopo una settimana dal tragico 24 ottobre 1961, dalla motonave Surriento, dell’armatore partenopeo Achille Lauro. Le operazioni di salvataggio erano state coordinate dal comandante della Bianca C, il genovese Francesco Crevato (nella foto, particolare, mentre, lambito dalle fiamme, sovrintendeva alle operazioni di soccorso e di abbandono dell’imbarcazione) ed erano state possibili grazie all’intervento della fregata britannica Londonderry che, benché con ritardo dovuto alla distanza, era arrivata da Porto Rico. A Saint George’s, la capitale di Grenada, infatti, mancavano le attrezzature necessarie a domare una simile furia del fuoco.

La Bianca C proveniva da Napoli ed era diretta a La Guayra, in Venezuela. Stava svolgendo il suo viaggio di crociera turistica. Aveva fatto scalo nel porto della cittadina dell’arcipelago delle Antille ed era ripartita per riprendere la navigazione quando c’era stata la scintilla, verosimilmente dovuta ad un cortocircuito del quadro elettrico. Tutta la sciagura della nave, varata il 16 giugno 1944 a La Ciotat, in Francia, dove era stata costruita nel cantiere della Société Provençale de Constructions Navales, verrà raccontata da Benedetto Pellerano, di Rapallo, che era l’operatore cinematografico di bordo. Sulla banchina del porto di Saint George’s, a secco, verrà sistemata la statua in bronzo, del Cristo degli abissi -copia ridotta di quello realizzato dallo scultore Guido Galletti e presente, a 17 metri di profondità, sul fondale della baia di San Fruttuoso, tra Camogli e Portofino, dal 29 agosto 1954, per interessamento di Duilio Marcante e dello stesso Giacomo Costa- donata dalla famiglia Costa in segno di ringraziamento per l’aiuto, alla popolazione di Grenada.

Il relitto della Bianca C, nave che verrà soprannominata “Titanic dei Caraibi”, sarà una delle 10 mete mondiali più frequentate dagli appassionati di immersioni subacquee. Nel 2008 la spedizione tricolore Exploro Bianca C, sponsorizzata dalla ditta bresciana di illuminatori subacquei Giosub di Roncadelle, dall’archivio storico Costa, da Regione Liguria e Provincia di Brescia, con tra i componenti anche Lorenzo Del Veneziano e Nicla Capatti, documenterà in video, mediante 50 “discese”, lo stato di conservazione dei resti, adagiati a 50 metri di profondità, ad un miglio di distanza dalla popolare spiaggia turistica di Grand Anse.