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25 AGOSTO

 

Oggi, ma nel 2001, a East Horsley, nel Surrey, in Inghilterra, il cancro al pancreas, riacutizzatosi quando sembrava essere stato sconfitto, si portava via, a 77 anni, Robert Kenneth, “Ken”, Tyrrell. Personaggio di peso della Formula Uno, unico costruttore-fondatore e manager di scuderia, ad aver realizzato, fatto omologare, gareggiare e vincere una monoposto della massima divisione automobilistica a sei ruote. La Tyrell P34 (nella foto, particolare, Ken, intento a mostrare le  coperture di dimensioni ridotte), progettata da Derek Gardner come sostituiva della Tyrell 007, sempre figlia di Gardner, con motore Ford Cosworth DFV, per la squadra Tyrell, sponsorizzata dal carburante Elf, industria nazionale petrolifera francese, che aveva debuttato il 2 maggio 1976, a Jarama, di San Sebastian de los Reyes, durante il XXII Gran premio di Spagna del mondiale piloti della Federazione internazionale dell’automobile. La doppietta, rimasta negli annali, era stata messa a segno, al volante dell’inconsueto bolide, il 13 giugno 1976, ad Anderstorp di Gislaved, nel XII Gran premio di Svezia, con il sudafricano Jody Scheckter, sul gradino più alto del podio, e il transalpino Patrick Depailler secondo. Ken Tyrell era soprannominato “Il boscaiolo”, poiché prima di iniziare a correre, in Formula 3 con la Cooper, nel 1951, a 27 anni, si era dato da fare come commerciante di legname, una volta terminato di servire quale ingegnere di volo nella Royal air force, durante il secondo conflitto mondiale. “Zio Ken” era stato, oltre che un non convenzionale direttore di team, scopritore di talenti destinati a lasciare il segno nel Circus. Come, tra gli altri: John “Jackie” Steward, Francois Cevert, Jacques “Jacky” Ickx, Jean Alesi e gli italiani Michele Alboreto e Ivan Capelli.