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26 febbraio

Oggi, ma nel 1950, a Roma, allo stadio detto dei centomila, per via della capienza, in numero di posti per gli spettatori, il futuro Olimpico, che verrà denominato così dopo l'assegnazione dei giochi a cinque cerchi alla Capitale, per il 1960, nella 27esima giornata del campionato nazionale di calcio di serie A, nella gara tra i giallorossi e il Palermo, il centrocampista rosanero Aredio Gimona commetteva il fallo violento, che oltretutto verrà giudicato, dagli addetti ai lavori, inutile ai fini della disputa, sul romanista Bruno Pesaola, colpendolo alla gamba destra, a freddo, mentre Pesaola era senza possesso del pallone, rompendogli tibia e perone.

La scorrettezza, alla quale seguiranno lunghe polemiche non solo calcistiche, rimarrà nella storia del calcio italico: come grave esempio di gratuita cattiveria e di slealtà sportiva. La partita, che terminava 2-1, grazie alla doppietta del serbo Aleksandar Arangelovich, era già stata zeppa di scorrettezze e queste avevano acceso gli animi sia dei 22 in campo che delle tifoserie. L'intervento iregolare di Gimona (nella foto, particolare, della figurina numero 422, dell'edizione del caffè Lavazza di Torino, del 1951, con profilo biografico dell'atleta, tesserato col Palermo, scritto dal giornalista Bruno Slawitz, sul retro), veniva commesso proprio in chiusura del secondo tempo, mentre la compagine isolana stava tentando il tutto e per tutto per cercare di raggiungere il pareggio.

Dopo l'impatto l’argentino della formazione della lupa veniva portato fuori dall'impianto sportivo in barella. Il "carnefice" verrà squalificato a vita dalla Federcalcio. Ma successivamente la pena sportiva, anche in seguito al perdono concesso dall’avversario, verrà commutata in 11 giornate di riposo forzato. Ovvero quelle mancanti alla conclusione del campionato.

La vicenda di Gimona non era la prima ritenuta clamorosa negli annali del calcio nostrano. Nella stagione agonistica 1946-47 di A, il 22 settembre 1946, a Torino, nella prima giornata d'andata, il terzino della Triestina, Ivano Blason, che verrà ritenuto il primo ad adottare il ruolo di libero in Italia, nel corso della partita d'andata contro i granata, terminata 1-0, aveva centrato volutamente l’arbitro Otello Piselli, della sezione Aia di Firenze, per dissapori dovuti alla direzione da parte del fischietto - che in realtà erano solo dettati dalla superiorità tecnica del grande Torino, che terminerà il campionato vincendo lo scudetto - ed era stato squalificato per 6 mesi.

Gimona, classe 1924, era originario di Isola d'Istria, appartenente all'Italia, ma successivamente alla Jugoslavia e poi alla Slovenia, dopo il memorandum di Londra del 1954 e l'esodo del 1956. Aveva esordito come professionista, con il Pro Gorizia, nel 1940. Il 14 ottobre 1945 aveva debuttato nella massima divisione, col Milan, in casa, contro il Genoa. Era in forza al Palermo dal 1949.