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26 marzo

Oggi, ma nel 2012, nell’Oceano Pacifico, il regista cinematografico di origine canadese James Cameron, di 57 anni, di Kapuskasing, raggiungeva il punto più profondo degli abissi marini, dentro la Fossa delle Marianne, a -10.898 metri. Era la prima volta che avveniva in solitaria. La missione nella depressione oceanica veniva portata a termine con una capsula chiamata Deepsea Challenger, lunga 7 metri, capace di resistere alla pressione di 1,2 tonnellate per centimetro quadrato. Era stata costruita a Sydney, in Australia, dalla Acheron Project Pty, in collaborazione con la National geographic society, con l’azienda elvetica di orologi Rolex quale principale sponsor. Il progetto tecnico era dell’ingegnere australiano Ron Allum, di New South Wales, del 1949, considerato tra i sommozzatori più esperti del globo.

Lo speciale marchingegno, di colore verde brillante, rimaneva sul fondo (nella foto, particolare) per 2 ore e 36 minuti, al posto delle 6 previste, per problemi al sistema idraulico del mezzo. Cameron riusciva comunque a prelevare preziosi campioni di suolo e ad effettuare riprese video utili alla ricerca scientifica. La risalita durava 70 minuti, riemergendo a 500 chilometri a sud-ovest dell’isola americana di Guam. La fase di preparazione era complessivamente durata 8 anni.

Cameron, conosciuto in tutto il mondo, aveva all’attivo pellicole per il grande schermo divenute vere e proprie icone, come, solo per citarne alcune: Terminator, del 1984; Aliens, del 1986; True Lies, del 1994; Titanic, del 1997; Avatar, del 2009. L’esperimento di toccare il fondo della Fossa delle Marianne era riuscito già, il 23 gennaio 1960, all’oceanografo ed ingegnere svizzero Jacques Piccard, nativo di Bruxelles, in Belgio, del 1931. Aveva avuto successo insieme all’ufficiale di Marina americano Don Walsh, di Berkeley, in California, del 1931. L’avventura era stata compiuta a bordo del batiscafo Trieste, un prodigio di tecnologia del tempo, di fabbricazione italiana.

Il Trieste era stato costruito nel Cantiere San Marco dei Cantieri riuniti dell’Adriatico, nel territorio libero di Trieste, appunto, col materiale per la sfera abitacolo proveniente dalle Acciaierie di Terni. Poi era stato assemblato negli Stabilimenti navali di Castellammare di Stabia. Era un prototipo, lungo 18 metri, largo 3,5, in dotazione alla Marina militare a stelle e strisce, che verrà esposto nel museo navale di Washington.

L’1 maggio 2019 Victor Vescovo, del 1966, miliardario texano di Dallas, già ufficiale di Marina, discenderà nell’abisso Challenger, punto estremo, toccando -10.924 metri, sempre nella Fossa delle Marianne, con il Five Deeps expedition, limando ancora, in meglio, il primato. Il 7 giugno 2020, grazie alla spedizione di Vescovo, l’astronauta e geologa Usa Kathryn Sullivan, classe 1951, di Paterson, nel New Jersey, sarà la prima donna a scendere nella Fossa delle Marianne.