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26 SETTEMBRE

Oggi, ma nel 1944, a Curno, in provincia di Bergamo, 20 volontari del gruppo “Fratelli Calvi Valbrembo” delle Fiamme verdi, assaltavano Villa Masnada, erroneamente credendo vi fossero depositate delle armi, ma l’irruzione si rivelava un fallimento e morivano 10 partigiani (nella foto, particolare, le vittime).

L’episodio rientrava nel contesto resistenziale bergamasco sul finire del secondo conflitto mondiale. La sortita in quella dimora, reputata fortino nazifascista, in particolare dei genieri delle SS, veniva sabotata da delatori. Gli sventurati erano guidati dal prete Antonio Milesi, detto “Dami”, curato della parrocchia di Villa D’Almè, coadiuvato dall’ufficiale degli alpini Giovanni Leardini. Nella residenza erano acquartierati 30 militari germanici delle SS che avevano il compito di controllare la prodizione dell’azienda Caproni. Nella casa vi erano anche due camion che facevano gola ai combattenti per la libertà. Carlo Mazzola, Giovanni Mazzola, Francesco Roncelli, Albino Locatelli, Virginio Bonadeni, Mario Capelli, Tranquillo Milesi, Giuseppe Signori, Luciano Tironi, Giuseppe Pizzalunga, venivano fucilati, a Petosino di Sorisole, sempre nel circondario, dai militi della 612ª compagnia Op-Ordine pubblico della Giardia nazionale repubblicana, capeggiata da Aldo Resmini.

Tutta la vicenda verrà rievocata da Annamaria Paganelli, figlia di Paolo Paganelli, tra i partecipanti all’attacco del 26 settembre ’44, nel volume intitolato “Il colpo è per stanotte. Villa Masnada, 26 settembre 1944”, che sarà pubblicato dall’Istituto bergamasco per la storia della resistenza e dell’età contemporanea, nel 2021, con Elle libri di Mozzo.