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27 AGOSTO

Oggi, ma nel 1973, a Lido di Camaiore, in provincia di Lucca, esponenti di estrema sinistra, che non verranno identificati, assaltavano con bottiglie molotov e distruggevano il bar “Versilia”. Il locale era abituale luogo di ritrovo dei rappresentanti locali neo fascisti, e l'assalto era un atto di ritorsione dopo il ferimento, con tre coltellate, del viareggino Franco Poletti, di 18 anni, operaio metalmeccanico, avvenuto il giorno prima, 26 agosto, da parte dei rappresentanti della destra eversiva mentre era intento a distribuire copie del quotidiano comunista “l’Unità” a ridosso dello storico risto-bar.

Nel dettaglio si era trattato di quattro giovani militanti di Avanguardia nazionale, Dagnor Nolich, di 19, Alessandro Smoilis, di 18, Roberto Zuppello, di 19, Gianpaolo Scarpa, di 19, arrivati da Trieste proprio per tenere gli antifascisti lontani dal bar “Versilia”, su sollecitazione del gestore Mario Pellegrini, di 34 anni. Con Poletti (nella foto, particolare, immortalato mentre era in ospedale, dopo l’intervento salvavita, nell’articolo sul “Corriere d’informazione”, del 27 agosto 1973), ma in modo meno grave, gli avanguardisti avevano procurato lesioni anche a Francesco Cavallero e Riccardo Tosi, altri due “compagni” della Federazione italiana giovani comunisti.

L’attacco contro il locale avveniva nonostante il massiccio dispiegamento di agenti delle Forze dell’ordine. Proprio per questo l’episodio aveva enorme risalto nazionale nel contesto dei quotidiani tafferugli tra “rossi” e “neri” negli anni di piombo del Belpaese.