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28 agosto

Oggi, ma nel 1849, a Firenze, moriva prematuramente, a 24 anni, il conte Camillo Sizzo, che, stando al testamento depositato l’11 novembre 1844, lasciava 20mila fiorini alla città di Trento, della quale era originaria la sua illustre casata, come contributo ingente volto all’istituzione della Biblioteca trentina. Tra le precise volontà testamentarie vi era anche il vincolo della nomina del bibliotecario, quale Giacomo Marocchi di Arco, sempre in quel di Trento, che aveva avuto esperienza quale precettore a Palermo.

L’istituzione culturale aprirà il 1 gennaio 1856, ma con Tommaso Grar al posto di Marocchi, per sottili giochi di potere. La sede iniziale era il Palazzo a Prato, futuro quartier generale delle Poste asburgiche (nella foto, particolare), cinquecentesco, in parte devastato dall’incendio del 1845, nell’area dell’ex raffineria di zuccheri. Nel 1873, dopo lo spostamento nella nuova struttura, il palazzo municipale di via Rodolfo Delensani, alla dotazione libraria si aggiungerà pure l’archivio municipale.

Ma alla funzione di custodire i volumi si sommerà quella di conservare anche gli oggetti, assurgendo a nucleo primigenio del Museo civico. L’accumulo dell’iniziale consistenza di testi affondava le radici nella collezione messa insieme per pubblico beneficio, dal principe vescovo Cristoforo Sizzo, nel 1773, con la disposizione seminarile della disciolta Compagnia di Gesù.