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29 giugno

Oggi, ma nel 1931, nella Città del Vaticano, Papa Pio XI promulgava la lettera Enciclica “Non abbiamo bisogno”, con la quale prendeva la difesa dell’Azione cattolica, dopo il decreto di scioglimento dell’associazione -approvata il 2 maggio 1868 dal pontefice Pio IX, con il breve apostolico “Dum filii Belial”- da parte di Benito Mussolini, del 29 maggio precedente.

In estrema sintesi, il successore di San Pietro Achille Ratti (nella foto, particolare) si opponeva ufficialmente al proposito del Duce di eliminare, sia amministrativamente che de facto, imponendo la chiusura ed il sequestro da parte della Polizia, di tutti i circoli cattolici. Sostanzialmente il figlio del fabbro di Predappio intendeva sottrarre l'incisiva preponderanza della Chiesa nell’educazione e nella disposizione dei giovani fin dalla tenera età.

Di converso il capo spirituale della Santa sede, con il suo provvedimento, voleva rimarcare il convincimento mussoliniano di strappare la gioventù dai fulcri di educazione cristiana per asservirla, il prima possibile, al partito unico. Il braccio di ferro tra “M” e Sua santità si consumava a due anni di distanza dall’entrata in vigore dei Patti lateranensi, aventi efficacia dal 7 giugno 1929, per la conciliazione della cosiddetta “questione romana”, risalente al 20 settembre 1870. Nonostante tutto l’organizzazione fondata da Mario Fani e Giovanni Acquaderni riuscirà a sopravvivere e a formare i futuri dirigenti della “Balena bianca”.