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30 SETTEMBRE

Oggi, ma nel 1993, a Roma, il cancro al seno, poi estesosi alla milza e al fegato, contro il quale combatteva da 13 anni, si portava via a 72 primavere, la pittrice Novella Parigini, icona femminile di via Margutta, particolarmente negli anni '50 e '60 della "dolce vita", ma anche dell'esistenzialismo parigino, nonché presunta figlia illegittima di Gabriele D'Annunzio ed Emilia Parigini. Stando alle lettere indirizzate dal Vate all'amante, sarebbe stato proprio il poeta pescarese a suggerire il nome di battesimo.

La produzione di Novella era connotata particolarmente da ritratti femminili caratterizzati dagli occhi di gatto e aveva anche una discreta quotazione. Fondamentale era stato il sodalizio con Elvino Echeoni, classe 1950, scomparso, sempre nella Capitale, il 22 agosto scorso. Donna istrionica (nella foto, particolare, in una delle sue pose ammiccanti), dalle frequentazioni importanti, spesso la sua popolarità aveva rischiato di mettere in secondo piano il valore delle sue opere. Una carrellata di celebrità aveva animato la sua bottega-laboratorio.

Da Federico Fellini a Brigitte Bardot, passando per Ursula Andress, Liz Taylor, Marlon Brando, Salvador Dalì, Pablo Picasso, Giorgio De Chirico. L'archivio di Novella Parigini sarà tenuto dalla figlia Benedetta Parigini. Tra i volumi che riassumeranno la frizzante esistenza terrena della virtuosa del pennello originaria di Chiusi, in quel di Siena, vi sarà quello scritto dal già menzionato Echeoni, con Remo Panacchia e la stessa erede, che sarà intitolato "Novella Parigini. Un mito preannunciato", che sarà pubblicato da Il Mondo dell'arte edizioni, della Città eterna, nel 1999.