4 aprile

Oggi, ma nel 1944, a Trieste, nella Risiera di San Sabba, struttura nazista di detenzione di polizia per i detenuti politici, Polizeihaftlager, messa in uso nell'ottobre 1943, alloggiata nell'ex stabilimento di pilatura del riso edificato nel 1898, che dipendeva dalla supervisione del generale delle SS Odilo Globočnik, triestino, del 1904, entrava in funzione il forno crematorio, utilizzato per bruciare i cadaveri.

Il forno e la sua ciminiera verranno abbattuti con esplosivi dai soldati germanici in fuga nella notte tra il 29 e il 30 aprile 1945 per cercare di eliminare le prove dei crimini commessi. Le atrocità compiute in quel luogo verranno descritte dai prigionieri liberati. Tra le rovine verranno ritrovate ossa umane. A ricordo verrà eretta una struttura commemorativa costituita da una piastra metallica al posto del forno crematorio (nella foto, particolare) e da una stele che ricorda la presenza della ciminiera.

Con il decreto del presidente della Repubblica numero 510, del 15 aprile 1965, il capo dello Stato Giuseppe Saragat dichiarerà la Risiera di San Sabba monumento nazionale, essendo l'unico esemplare di lager nazista presente in Italia. In quello che inizialmente era l'obitorio verrà allestito il museo, che verrà inaugurato nel 1975, dopo le dovute trasformazioni seguite dall'architetto triestino Romano Boico, che curerà tutto il piano di riqualificazione del caseggiato. Per le detenzioni nelle 17 celle, le sevizie psicologiche e quelle fisiche avvenute soprattutto nella cosiddetta cella della morte, e le uccisioni, con gas, colpo pistola alla nuca, colpo di mazza ferrata alla testa, perpetrate nella Risiera di San Sabba di fatto nessuno sconterà un giorno di carcere. Nonostante la condanna, in contumacia, del tenente delle SS Joseph Oberhauser, comandante della Risiera, di Monaco di Baviera, del 1915, il 29 aprile 1976, in primo grado, e, il 28 febbraio 1978, in appello, dopo il processo, iniziato il 16 febbraio 1976, a Trieste, che aveva richiesto 30 anni per essere istruito.