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5 febbraio

Oggi, ma nel 2000, la nazionale azzurra di rugby a 15 esordiva nel torneo più prestigioso al mondo, il Cinque nazioni, che con l’ingresso italico diventava Sei nazioni. Era nel novero delle grandi insieme a Francia, Irlanda, Galles, Scozia, Inghilterra. Ad allenare la compagine italica c’era l’ex pilone degli All Blacks neozelandesi Brad Johnstone. L’ufficializzazione dell’ammissione della rappresentativa italiana risaliva al 17 gennaio 1998. I voti erano stati tutti favorevoli da parte dei 10 componenti della commissione presieduta dallo scozzese Alan Hosie.

Era stata premiata la volontà dell’Italia d'investire sulla palla ovale presentando, oltre ad un curriculum agonistico di tutto rispetto, anche un piano strategico ed economico di sviluppo dello sport nato, verosimilmente, in Inghilterra, nella città di Rugby, situata nel Warwickshire, nel 1823, grazie all’intuizione dello studente William Webb Ellis. Le competizioni del primo Sei nazioni duravano dal 5 febbraio al 2 aprile di quel 2000. A vincere la coppa sarà l’Inghilterra.

La formazione del Belpaese si classificherà ultima, con una sola vittoria, quella contro la Scozia, per 34-20, proprio nella prima giornata, il 5 febbraio (nella foto, la cartolina postale con francobollo da 0,41 euro e annullo filatelico del 5 febbraio 2000 dedicata da Poste italiane proprio al debutto dell’Ital-rugby nel Sei nazioni, data l'importanza dell'evento nella storia dello sport d'Italia), a Roma, nello stadio Flaminio, ristrutturato dalla Federazione italiana rugby, presieduta da Giancarlo Dondi dal 21 settembre 1996, per l’occasione. L'uscita ufficiale dell'Italia avveniva davanti a 24mila spettatori, nell’incontro arbitrato dal sudafricano Jonathan Kaplan.

In campo scendevano: col numero 15 Matt Pini, con il 14 Denis Dallan, 13 Manuel Dallan, 12 Luca Martin, 11 Cristian Stoica, 10 Diego Dominguez, 9 Alessandro Troncon, 8 Wilhelmus Visser, 7 Mauro Bergamasco, 6 Massimo Giovanelli, 5 Andrea Gritti, 4 Carlo Checchinato, 3 Tino Paoletti, 2 Alessandro Moscardi, 1 Massimo Cuttita. Mentre le riserve erano, con la casacca numero 16 Carlo Orlandi, 17 Giampiero de Carli, 18 Giuseppe Lanzi, 19 Aaron Persico, 20 Matteo Mazzantini, 21 Marco Rivaro, 22 Andrea Scanavacca. A seguire l’Italia sarà battuta: dal Galles, a Cardiff, per 47-16, il 19 febbraio successivo, al Millennium Stadium; dall’Irlanda, a Dublino, per 60-13, il 4 marzo, al Lansdowne Road; dall'Inghilterra, a Roma, per 12-59, sempre al Flaminio; dalla Francia, a Saint Denis, per 42-31, l’1 aprile, allo Stade de France. Il 15 tricolore aveva fatto il suo esordio internazionale, in assoluto, il 20 maggio 1929, a Barcellona, perdendo 9-0 contro la Spagna.