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5 novembre

Oggi, ma nel 1943, nella Città del Vaticano, un bombardiere non identificato, dopo aver violato lo spazio aereo pontificio, territorio e pertinenze dichiarati neutrali per ovvie ragioni religiose, sganciava quattro ordigni che devastavano i giardini, il governatorato, il laboratorio dei mosaici, il palazzo dell’Arciprete. I danni erano ingenti, ma non vi erano vittime.

Monsignor Domenico Tardini, sostituto alla segreteria di Stato, veniva mancato per poco dalle testate esplosive e riusciva a salvarsi poiché si era alzato dal suo tavolo di lavoro e si trovava nel corridoio (nella foto, particolare, la scrivania del futuro cardinale e la sedia da scrittorio tra le macerie, proveniente dall’archivio del quotidiano della Santa sede “L’Osservatore romano”, nell’articolo pubblicato, il 4 novembre 2023, a firma di Matteo Luigi Napolitano).

L’azione svolta dall’alto rimarcava l’indipendenza di manovra sottolineata dagli inglesi rispetto alle rassicurazioni richieste dal Sommo padre, Pio XII che, fin dallo scoppio del secondo conflitto mondiale, aveva posto l’attenzione sulla sacralità della Chiesa per antonomasia. Altre ipotesi porteranno a ritenere che il raid sia stato compiuto da mezzi volanti dell’aviazione di Salò.

L’episodio, comunque, scatenava l’indignazione popolare e avviava inchieste atte a tentare di appurare la verità, che comunque non arriverà e la vicenda resterà avvolta nel mistero.

L’assalto contro il quartier generale della cristianità planetaria verrà rievocato nel volume, curato da Augusto Ferrara per la Libreria editrice Vaticana, che sarà intitolato “1943. Bombe sul Vaticano”, del 2010, e nel testo di Pietro Cappellari, “Santità, chi è stato? Bombe angloamericane sul Vaticano 1943-1944”, che sarà dato alle stampe da Independently Published/Amazon, nel 2020.