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7 luglio

Oggi, ma nel 1881, sul primo numero del Giornale per bambini, diretto da Ferdinando Martini, supplemento settimanale del quotidiano Il Fanfulla, con sede a Roma, veniva pubblicata la prima puntata del romanzo "Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino", scritto dal giornalista fiorentino Carlo Lorenzini, detto Collodi, frazione del comune di Pescia, in provincia di Pistoia, di provenienza della madre Angiolina Orzali, sarta e cameriera. La prima puntata di Pinocchio (nella foto, particolare della pagina con l'incipit: «C'era una volta... - Un re! - diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato. C'era una volta un pezzo di legno») sarà seguita da altre sette, rispettivamente il 14 luglio, il 4 e il 18 agosto, l'8 e il 15 settembre, il 20 e il 27 ottobre successivi. Ma poi, a richiesta dei lettori Collodi dovrà cambiare quella che era la sua prima impostazione e seguitare a scrivere fino al 1883 con il finale del burattino trasformato in bambino in carne ed ossa dopo aver compreso tutte le sue malefatte.

Tutta l'opera fantastica, con chiaro intento pedagogico, ambientata nel periodo del granducato di Toscana di Leopoldo II, che era stato di fatto l'ultimo granduca regnante, dal 18 giugno 1824 al 21 luglio 1859, collocata geograficamente nella zona nord del capoluogo toscano, a confine con Sesto Fiorentino, verrà poi raccolta nel volume edito dalla fiorentina Libreria editrice Felice Paggi, arricchita dalle illustrazioni dell'ingegnere fiorentino Enrico Mazzanti. I diritti d'autore cadranno nel 1940 e da quell'anno le riproduzioni non si conteranno più. Pinocchio diverrà un'icona mondiale, una metafora della condizione umana, oltre ad un libro con vari livelli di lettura e significati ben più profondi del semplice valore pedagogico del testo davanti agli occhi del lettore -non escludendo neppure una ipotetica interpretazione teologica o ancora una esoterica, con tanto di allegoria dell'iniziazione, data dalla presunta appartenenza di Collodi alla massoneria-, scritto in un fiorentino agile che contribuirà alla diffusione della lingua toscana nel Belpaese con espressioni e appellativi di personaggi che diverranno proverbiali e che entreranno a far parte della consuetudine collettiva: il Gatto e la Volpe; il paese dei balocchi; la Fata turchina; Lucignolo; le bugie dal naso lungo; essere fritto; ridere a crepapelle; il Grillo parlante; Mangiafuoco.

Importanti per diffondere ulteriormente la potenza letteraria dell'impianto escogitato da Collodi saranno la versione a cartoni animati della Walt Disney del 7 febbraio 1940, data della prima uscita a New York, in Italia arriverà il 5 novembre 1947, e quella televisiva di Luigi Comencini, per la Rai, in 6 puntate, trasmessa a cominciare dall'8 aprile 1972, con la partecipazione dell'attore Nino Manfredi nel ruolo di Geppetto. Gina Lollobrigida, Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Vittorio De Sica, Lionel Stander e Andrea Balestri. Il Pinocchio di Collodi, un burattino che in realtà era una marionetta, diverrà la seconda opera letteraria più tradotta al mondo dopo il racconto Il piccolo principe del francese Antoine de Sant'Exupéry, del 1943.