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7 MAGGIO
Oggi, ma nel 1814, a Vienna, in Austria, in occasione della conferenza tenuta nel castello di Schonbrunn, tra i rappresentanti delle principali potenze europee, per decidere la Restaurazione, il cardinale segretario di Stato vaticano Ettore Consalvi, al secondo mandato, iniziava la sua missione per ottenere la ricostruzione del possedimento temporale della Chiesa. Era, di fatto, l’ultima occasione che vedeva la Santa sede, retta da Papa Pio VII, negoziare al tavolo degli esponenti di peso per il ripristino dell’assetto dell’Europa, nell’età precedente le guerre napoleoniche e la Rivoluzione francese, come fosse una nazione. Consalvi, romano, classe 1757 (nella foto, particolare, il francobollo, a lui dedicato, dalle Poste vaticane, emesso il 19 febbraio 2024, in occasione dei 200 anni dalla morte, su base ritraente il cardinale Consalvi con il successore di San Pietro, Barnaba Chiaramonti, nell’atto della firma del concordato tra Francia e Santa sede, avvenuto il 15 agosto 1801, nel dipinto di Jean-Baptiste Wicar, conservato a Castel Gandolfo), verrà reputato dagli storici della Chiesa, come una delle personalità politiche più raffinate, oltre che influenti, dell’età moderna. Era stato proprio Consalvi, nel 1804, a convincere il vicario di Cristo sulla terra ad incoronare Napoleone Bonaparte quale imperatore. “N”, sapendo dell’estrema fedeltà di Consalvi verso il Santo padre, ma soprattutto temendone l’abilità, lo aveva costretto, il 17 giugno 1806, a lasciare la segreteria di Stato.