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7 novembre

Oggi, ma nel 1980, a Ottaviano, in provincia di Napoli, sicari della Camorra uccidevano il consigliere comunale comunista Domenico “Mimmo” Beneventano, per stoppare la sua “fastidiosa” azione di denuncia in seno all’assise municipale, e non solo in quella sede, contro l’infiltrazione malavitosa.

In quel periodo, in particolare, quel territorio era appannaggio del vertice della Nuova camorra organizzata, facente capo a Raffaele Cutolo. La vittima, di 32 anni (nella foto, particolare, al centro dello scatto, intenta a suonare la chitarra), era originaria di Petina, in quel di Salerno, ma il padre era di Sasso di Castalda, in quel di Potenza, e la madre di Polla, nel salernitano. Era medico specializzato in chirurgia e lavorava nell’ospedale partenopeo “San Gennaro”. Era al secondo mandato politico ed era stata eletta per la prima volta nella tornata elettorale del 15 e 16 giugno 1975 ed era stata riconfermata 8 e 9 giugno di quel 1980. Svolgeva anche l’incarico di dottore al servizio dei bisognosi nel suo circondario. Per conto di Cutolo, che sarà condannato quale mandante, gli esecutori materiali saranno individuati in Angelo Auricchio, Raffaele e Luigi Polito, Antonio Fontana. Beneventano veniva colpito mentre salutava la madre Dora, che era affacciata alla finestra, prima di andare nel nosocomio della città vesuviana, a bordo della sua Simca 1000.

Tutta la vicenda verrà raccontata da Raffaele Sardo, nelle 158 pagine del volume che sarà intitolato “Al di là della notte. Storie di vittime innocenti della criminalità”, che sarà pubblicato dall’editore Tullio Pironti, di Napoli, nel 2010, in collaborazione con la Fondazione “Pol.i.s.”. Il 13 settembre 1978, sempre ad Ottaviano, era stato fatto fuori Pasquale Cappuccio, consigliere comunale socialista, sempre per aver posto l’attenzione sulla collusione tra politica e forze criminali del posto.