TODAY
7 OTTOBRE
Oggi, ma nel 1943, a Bellona, in provincia di Caserta, nella cava di tufo al confine con Vitulazio, i nazisti giustiziavano, per rappresaglia, 54 civili e i corpi venivano scaraventati nella voragine profonda 25 metri, poi ricoperta di terreno fatto crollare mediante esplosione di bombe a mano. Il giorno prima, 6 ottobre, in via della Vittoria, futura via 54 martiri, dopo un alterco, era stato ammazzato un soldato tedesco e un altro era stato ferito.
Il comando germanico, avvisato dal superstite, aveva rastrellato 200 malcapitati e li aveva ammassati nella cappella di San Michele Arcangelo. In prima battuta le SS di zona avevano stabilito di fucilare 100 bellonesi per il militare perito e 50 per quello scampato al decesso. Tra le vittime (nella foto, particolare, il mausoleo con le foto identificative) figuravano anche: Domenico Abbate, padre passionista, di 27 anni; Salvatore Antropoli, sacerdote, di 33; Gennaro Filaccio, studente passionista, di 15; Luigi Giudicianni, passionista, di 23; Giovanni Limongi, sacerdote, di 32; Andrea Rovelli, sacerdote, di 67, che era anche il più anziano dei passati per le armi. Il più giovane, invece, era Francesco Carusone, studente di 12. Vi erano anche: Francesco Villano, vicebrigadiere dei carabinieri, di 29; Ciro Simeone, vigile urbano, di 56; Lorenzo Petriccione, guardia penitenziaria, di 33; Giuseppe Loprete, militare, di 27, e Vincenzo Ronzino, ugualmente militare, di 31. Solo 5 rimarranno ignoti. In 21 erano agricoltori o operai.
Nella mattanza non venivano risparmiati neanche: Giuseppe Giudicianni, agente di Sanità, di 48; Pasquale Limongi, farmacista, di 33; Luigi Rucco, medico, di 42. Tutta la vicenda verrà raccontata nel volume, scritto da Franco Valeriani, di 128 pagine, intitolato “Bellona, 7 ottobre 1943. Il culmine di una tragedia chiamata guerra”, che verrà pubblicato da Piccola Editalia, di Vitulazio, nel 2015.