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8 OTTOBRE

Oggi, ma nel 1961, a Watkins Glen, sull’omonimo tracciato, il IV Gran premio di formula uno degli Stati uniti d’America, ottava ed ultima gara del campionato mondiale, veniva amaramente disputato senza la presenza della scuderia Ferrari che era in lutto per l’incidente monzese del 10 settembre precedente. Tragedia destinata a cambiare non solo le caratteristiche dell’iconico tracciato, ma anche le norme sulla sicurezza nel Belpaese, in aggiunta alla sciagura di Guidizzolo durante la Mille miglia del 12 maggio 1957, costata la vita allo spagnolo Alfonso de Portago e al navigatore Usa Edmund Gurner Nelson della Ferrari, oltre a 9 tifosi. A Monza si trattava dello schianto verificatosi nel Gp d’Italia che, coinvolgendo il tedesco Wolfgang von Trips, della rossa di Maranello, e il britannico Jim Clark, della Lotus, aveva ucciso 15 spettatori oltre al ferrarista germanico, di 33 anni. Alla fine della sfida a stelle e strisce, che vedeva tagliare il traguardo per primo l’inglese Robert Innes Ireland, su Lotus-Climax, il titolo iridato andava allo statunitense Phil Hill, del Cavallino rampante. “Taffy”, come era soprannominato lo sventurato pilota di Colonia, assunto dal “Drake” nel 1957, era salito sul gradino più alto del podio della massima divisione motoristica a quattro ruote in due occasioni: in Olanda, a Zandvoort, il 22 maggio precedente, e in Gran Bretagna, ad Aintree, il 15 luglio di quel 1961. Tra le vittime di Monza (nella foto, particolare, Armanda Duguet, disperata, tra i corpi esanimi anche del "suo" gruppo di valdostani, di Arnad, Issogne e Barme, in trasferta per guardare la competizione), all’ingresso tra la tribuna di Vedano e la curva parabolica, vi erano stati: Luigi Motta, Giuseppina Lenti, Luigi Fassi, Claudina Polonioli, Franca Duguet, Albino Albertini, Franz Waldvogel, Augusto Valleise, Luigi Freschi, Paolo Perazzone, Laura Zorzi, Rinaldo Girod, Renato Janin.