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9 APRILE
Oggi, ma nel 1987, a Roma, al Quirinale, il capo dello Stato Francesco Cossiga incontrava il presidente del Consiglio dei ministri Benedetto Craxi, che rassegnava le dimissioni sostanzialmente perché contrario al “patto della staffetta” con l’onorevole Ciriaco De Mita, verosimilmente siglato in un convento sull’Appia antica, su idea del deputato Dc Riccardo Misasi, nell’estate 1983, dal segretario del Partito socialista italiano e dall’esponente di spicco della Democrazia cristiana. In estrema sintesi il compromesso prevedeva che il presidente della Repubblica Cossiga (nella foto, particolare, con Craxi, dall’archivio privato di Cossiga, custodito nell’Archivio storico nella Camera dei deputati), in carica dal 3 luglio 1985, democristiano, successore del socialista Sandro Pertini, avrebbe incaricato Craxi della formazione del suo secondo esecutivo, l’1 agosto 1986, lasciando tuttavia la fine della legislatura ad un uomo della Balena bianca. Per farla breve il reincarico craxiano aveva impedito al notabile scudocrociato di Nusco di insediarsi a Palazzo Chigi. Craxi dopo aver avallato, seppur velatamente, l’esistenza dell’accordo, lo aveva sconfessato nel rotocalco televisivo Mixer, in onda su Rai 2, il 17 febbraio di quel 1987, condotto da Giovanni Minoli. Craxi aveva ufficializzato la propria decisione di abbandonare il ruolo di premier già il 3 marzo precedente. Il 18 aprile successivo sarà la volta del VI governo capeggiato da Amintore Fanfani, dello Scudo crociato, che reggerà appena fino al 29 luglio ’87.