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9 LUGLIO

Oggi, ma nel 2009, a Poggiomarino, in provincia di Napoli, in via Roma, si consumava l’agguato camorristico che costava la vita a Nicola Nappo, di 23 anni, estraneo a legami con la criminalità organizzata, che era seduto su una panchina a chiacchierare con un’amica. I sicari esplodevano 7 colpi di pistola calibro 9 centrandolo al torace e al volto (nella foto, particolare, la scena del delitto, ancora con il cadavere a terra). Uno dei proiettili, di rimbalzo, si conficcava in una gamba della ragazza che era con la vittima, che verrà curata nell’ospedale “Mauro Scarlato”. Stando alle dichiarazioni di Carmine Amoruso, di 27, affiliato al clan locale Giuliano-Fabbrocino, Nappo veniva assassinato, per errore, al posto suo.

La fanciulla ferita, infatti, era la ex fidanzata di Amoruso. L’esecuzione era stata ordinata, presumibilmente, da Antonio Cesarano, di 32, esponente del clan Sorrentino, poiché Amoruso aveva schiaffeggiato Sebastiano Sorrentino, figlio del boss Giuseppe, del clan dei Campagnoli. Il supposto mandante verrà condannato all’ergastolo, in primo grado, il 22 gennaio 2014. Ma l’iter processuale sarà lungo e tortuoso e, il 16 luglio 2020, la sentenza sarà annullata per la seconda volta. Così, di fatto, l’omicidio di Nappo non avrà un colpevole assicurato alla giustizia. 

La vicenda verrà raccontata da Tonino Scala nel volume, dedicato ai più giovani, intitolato “Napoli. Storie sbagliate”, che sarà pubblicato da Il Quaderno edizioni, associazione socio-culturale di Boscoreale, sempre nel napoletano, nel 2016, in collaborazione con gli studenti dell’Istituto comprensivo 2° Dati-Boscoreale. La memoria di Nicola Nappo verrà onorata, dal 2017, con il concorso scolastico a lui intitolato, a Scafati, voluto dal presidio di zona di Libera, organizzazione contro la malavita, incentrato sulla promozione dei valori della legalità, dell’accoglienza, dell’ambiente.