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9 novembre
Oggi, ma nel 1979, a Roma, in via Giuseppe Donati, nel quartiere di Casal Bruciato, la colonna romana delle Brigate rosse uccideva l’appuntato di Pubblica sicurezza Michele Granato, di 24 anni, che aveva appena terminato il turno di lavoro. La vittima era assegnata alla Polizia giudiziaria del commissariato San Lorenzo della Capitale. Originario di Lercara Friddi, in quel di Palermo, classe 1955, Granato era il più piccolo di 6 fratelli. Indossava la divisa dal 1974, aveva frequentato la scuola allievi di Alessandria, dopo aver fatto per quattro anni il muratore in Sicilia ed essersi iscritto alla Federazione giovanile comunista di Lercara.
La prima destinazione da poliziotto era stata il commissariato di Ponte Milvio, con annesso servizio di guardia all’obitorio. Poi era stato trasferito e promosso ad incarichi più delicati come i pattugliamenti, anche in borghese, nel periodo dei cosiddetti anni di piombo. Quando veniva freddato stava accompagnando a casa la fidanzata, Ornella Ornelli, proprio di Casal Bruciato, che frequentava l’Istituto tecnico Villa Paganini, e che avrebbe dovuto sposare il mese successivo.
La ragazza provava a riparare Granato buttandosi addosso a lui per evitare che venisse finito col colpo alla testa. Ma veniva sollevata di peso e scaraventata distante dal suo amato, che già era agonizzante. Granato veniva fatto fuori complessivamente con cinque colpi di pistola, calibro 7,65 e 38 special. Si stava occupando prevalentemente di eversione rossa e delle sue diramazioni nella Città eterna.
L’omicidio si collocava nella campagna brigatista volta a colpire brutalmente gli appartenenti alle forze dell’ordine, ritenuti servitori dello Stato pericolosi perché addetti all’attività di reperimento delle informazione sui componenti e sui fiancheggiatori dell’organizzazione con la stella rossa a cinque punte. La rivendicazione dell’assassinio arriverà mediante volantino, lasciato in un cestino dei rifiuti di via Torino. Del gruppo di fuoco che giustiziava Granato, composto da 5 terroristi, 3 dei quali come basisti e appoggio, faceva parte anche Roberta Cappelli, romana del 1955, che verrà arrestata, in Francia, il 28 aprile 2021. Sarà l’ultima degli assassini di Granato ancora in libertà ad essere assicurata alla giustizia.
Nella cittadina natale di Granato gli verrà intitolata una via. Nell’Urbe, il 9 novembre 1984, verrà collocata la targa commemorativa (nella foto, particolare), in via Verano 11, alla parete del commissariato dove prestava servizio. Il 24 settembre 2004, inoltre, Granato verrà insignito della medaglia d’oro al merito civile, alla memoria, dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Il 13 novembre 2014, a Lercara, verrà anche emesso l’annullo filatelico speciale, di Poste italiane, dedicato proprio a Granato.