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9 OTTOBRE

Oggi, ma nel 1979, a Liscate, in provincia di Milano, sulla strada provinciale 14, all’altezza della rotonda per Melzo, Antonio Cianci, di 20 anni, uccideva, a colpi di pistola calibro 7.65, tre rappresentanti dell’Arma che lo avevano fermato per un controllo come normale posto di blocco. Viaggiava infatti su una Fiat 500 rubata. I tre militari erano: il maresciallo Michele Campagnuolo, l’appuntato Pietro Lia, il carabiniere Federico Tempini (nella foto, particolare, la scena del crimine). Cianci, originario di Cerignola, in quel di Foggia, ma residente a Pioltello con la famiglia dal ’64, di mestiere lattoniere, il 17 ottobre 1974, a 15 anni, aveva già fatto fuori, a Segrate, il metronotte e studente universitario Gabriele Mattetti e per quel reato aveva trascorso tre anni in riformatorio, dopo essere stato considerato malato di mente.

Il triplice omicidio porterà Cianci alla condanna definitiva all’ergastolo. Ma il malvivente tornerà a far parlar di sé quando, il 10 novembre 2019, mentre sarà in permesso premio dal carcere di Bollate, nel parcheggio sotterraneo dell’ospedale San Raffaele, nel capoluogo lombardo, accoltellerà alla gola un uomo di 79 anni, le cui generalità non verranno diffuse, ma che si era recato a far visita alla figlia ricoverata nel nosocomio. Per l’ultimo gesto criminale il killer verrà aggravato di 9 anni di prigione, in primo grado, il 18 giugno 2020.