TURNO DI NOTTE
Addio a Bob, il gatto che salvò il padrone
"Il gatto è l'animale silenzioso per eccellenza, e quando se ne va, avete l'impressione che si dissolva: era lì, che faceva ron-ron, e puff... è sparito nell'aria". Giorgio Celli aveva ragione. Il grande etologo scomparso nel 2011 amava i gatti ma soprattutto ne comprendeva l’intima natura di animale renitente agli affetti smacccati e silenzioso detentore di misteri incomunicabili. Se n’è andato, lunedì scorso, con un ron-ron e un puff, Bob, un esemplare di questa strana tribù diventato famoso grazie a un film di quattro anni fa che da lui prendeva il nome: “A spasso con Bob”.
Aveva 14 anni, Bob, e fra i suoi meriti c’era quello di aver salvato dalla tossicodipendenza i l suo padrone, James Bowen, con la sua distaccata presenza. «Non ci sarà mai più nessuno come lui», ha detto Bowen. «Mi sento come se la luce si fosse spenta nella mia vita». Che strano destino, quello dei gatti: suscitano amori eterni quasi a loro insaputa. Alberto Giacometti non aveva dubbi in proposito. «In un incendio, tra un Rembrandt e un gatto, io salverei il gatto», diceva il grande scultore. Per Ennio Flaiano, il gatto era addirittura un modello inimitabile per noi umani. «Il mio gatto», annotava lo scrittore pescarese, «fa quello che io vorrei fare, ma con meno letteratura».
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