Harry, Meghan e le fatiche della vita di corte

Altro che Brexit. Ben altra storia è quella che appassiona il Regno Unito e tutto il resto del mondo, da quando i duchi del Sussex hanno fatto il loro annuncio, rigorosamente social, accolto da un diluvio di proporzioni bibliche di tweet e post con l’hashtag #megxit, immediatamente creato per l’occasione.
I produttori di “The Crown” possono dormire sonni tranquilli: la casa reale più “soap” del mondo continua a fornire materiale a vagonate. La prossima sceneggiatura della serie è praticamente già scritta. C’è tutto: la viziata americana divorziata, il principe un po’ bamboccio, il fratello deluso e il gelo regale della “ditta” Windsor. E poi accuse di razzismo e classismo da una parte; di ingordigia, superficialità e scarso senso del dovere dall’altra.
Lontanissimi i tempi in cui le bambine sognavano di essere principesse. Meglio tenersi lontane da tali covi di vipere che sono le corti. La favola sembra definitivamente tramontata sotto i colpi di piccone di un mondo che rimpiazza in fretta i propri miti: nei sogni delle bambine non più diademi e balli con abito e scarpette di raso, ma profili instagram zeppi di follower e sponsorizzazioni milionarie.
Dunque, la real coppia cadetta agogna una vita più “privata”: stanchi di un’esistenza tra le modeste pareti della “villetta” Frogmore Cottage (2,4 milioni di sterline, solo per la ristrutturazione) e dell’appannaggio milionario percepito in cambio di una quarantina di giorni lavorativi all’anno (faticosamente trascinati tra cene e serate di rappresentanza), Harry e Meghan affermano di volersi guadagnare la pagnotta come una famiglia qualsiasi. E la casa reale piomba nel caos.
Ognuno ha certo il diritto di vivere come vuole, accettando le conseguenze. Restano da decidere i termini del “divorzio”: la casa a chi va? Gli arredi, i piatti del matrimonio con lo stemma reale? Chissà se ci toccherà vedere, come dai nostri Savoia, le pubblicità ai carciofini e le comparsate ai reality vari?
Ma penso di no. Meghan è scafata assai: il marchio Sussex Royal è già depositato per un'ampia serie di beni e servizi, compresi abiti, poster, cartoline, riviste e oggetti vari.
E lui? Aspettiamo che mandi in giro un po’ di curriculum, poi ne riparliamo.

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