TURNO DI NOTTE
I genitori di Luigi e la persistenza dell'amore
Ci sono notizie che scavano un abisso in cui la nostra immaginazione precipita quasi senza freno. A questa categoria appartiene un fatto avvenuto domenica scorsa a Bari.
Un neonato è stato abbandonato davanti alla chiesa di San Giovanni Battista. A fare la scoperta è stato il parroco, don Antonio Ruccia. Il piccolo è stato lasciato nella culla termica installata dal parroco per accogliere i neonati che i genitori naturali decidono di non tenere. Accanto al bambino c’era un bigliettino lasciato dai genitori, con l’indicazione del nome da dare al piccolo, Luigi, e un messaggio: «Mamma e papà ti ameranno per sempre».
Come vivranno, i genitori di Luigi, quell’amore per una persona che è destinata a scomparire dall’orizzonte della loro vita? Scruteranno il volto di ogni Luigi dell’età del loro bimbo, in cerca di un segno di riconoscimento? E, una volta identificato il loro Luigi, faranno come il Wakefield del racconto di Hawthorne che lascia la famiglia per stabilirsi in una casa vicina, da dove scruta quella sua comunità di vita monca, interrotta? È possibile sparire dalla vita della persona amata ma non smettere, nel buio dell’assenza, di scrutarne con distacco il destino? Il biglietto dei genitori di Luigi innesca una piccola vertigine di interrogativi senza risposte. Domande sulla persistenza dell’amore: del loro amore, ma anche del nostro.
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