Anne Hathaway in cappottino di camoscio vintage

QUESTIONE DI STILE

Imitare i vip? A volte è una mossa vincente

Gli Stati Uniti sono un paese strano. Lì dove la politica resta colpevolmente e pervicacemente assente rispetto ai più pressanti temi ambientali, sono gli attori e i vip a prendere posizione. Lo fanno, ovviamente, a modo loro, inondando i social di selfie e sfide Instagram a tema, inventando hashtag che vanno subito in top trend e rendendo glam le borsette di tela per fare la spesa. Ma ben venga, per carità. Tira più un trend che un caso di coscienza e sarà sicuramente un testimonial a cambiare il mondo.

Mentre la foresta amazzonica bruciava come le farchie di Fara Filiorum Petri, è stato un tweet di Leonardo Di Caprio, attore attivissimo nel promuovere la causa ambientale, a scuotere le coscienze, rimbalzando milioni di volte attraverso tutto il mondo socializzato.

Tra i tanti comportamenti eco amichevoli più o meno condivisibili delle celebrità, ce ne sono almeno un paio che possiamo copiare di sana pianta, per essere allo stesso tempo “very chic” e “very green”.

Il nuovo must dei nostri tempi, per esempio, è la borraccia da portarsi sempre dietro al posto delle bottigliette di plastica. Di alluminio o acciaio, supercolorate, leggere e divertenti, vanno riempite nelle fontanelle che ormai si trovano a questo scopo perfino negli aeroporti (beh, in Malesia e Singapore sì, in Italia, a volte).

Ora, io non so se le star fanno davvero la spesa, ma un altro oggetto recentemente sdoganato è la borsa per gli acquisti, la shopper, che non è più la triste retina di plastica di altri tempi, ma una sacca di cotone riciclato, canapa o iuta variamente decorata che si potrebbe benissimo portare per una passeggiata lungo il corso. Ripiegata, occupa giusto un angoletto ed è sempre pronta per l’occorrenza.

Ma la vera, grossa rivoluzione è quella della moda eco sostenibile, che vanta paladine veramente chic come, tra le altre, Emma Watson e Anne Hathaway. Dichiarando di indossare solo abiti riciclati e vintage, hanno innescato un trend importante, tanto che negli Stati Uniti il mercato del vintage cresce a ritmi vertiginosi, ben 21 volte più di quello del cosiddetto fast fashion: un incremento fenomenale. E questa è una moda che possiamo copiare davvero anche noi comuni mortali. 

Dimenticate i mercatini delle pulci e i negozietti di roba usata dove bisognava scavare in mucchi di abiti gettati sui banconi alla rinfusa. Il vintage oggi è superselezionato e venduto in eleganti negozi nei centri storici oppure online. Per lo stesso prezzo o poco più di un abito "made in China" di scadente qualità e fattura, si possono trovare capi firmati praticamente nuovi. Borse di lusso, scarpe dismesse e magari mai indossate, abiti da cerimonia usate una volta sola. Una miniera di possibilità, basta saper scegliere.

Considerando che l’industria della moda è responsabile del 20% dello spreco globale di acqua e del 10% delle emissioni di anidride carbonica, riciclare anche i vestiti diventa un modo per essere super trendy, ma con la coscienza a posto.

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