L'occhio vuole la sua parte, anche in sella a una bici

Ho comprato una bicicletta. Non una di quelle eleganti da passeggio, ma una mountain bike, “dura e pura”, con il sellino sottile e scomodissimo e un portaborraccia minimale come unico optional. Mi sono fatta accompagnare da un amico esperto, ovviamente, che però ha avuto molto da ridire quando ho cercato di farci montare sopra un bel cestino di vimini. «Non devi andare a spasso, devi fare sport», mi ha detto quasi ringhiando. Ho cercato anche di ribattere. Dove le dovrei mettere, secondo lui, le cose? Il piumino, il cappello, il portafogli, i guanti? A quanto pare, in bicicletta puoi portarti dietro solo quello che indossi. E basta. Prima tragedia. Vabbè. Andiamo, poi, ad acquistare l’abbigliamento adatto. E qui, il mio senso estetico subisce il crollo definitivo. A quanto pare, visto che il sellino è un trauma da superare, bisogna indossare dei bruttissimi leggings di lycra con un rigido cuscinetto posteriore incorporato. Una roba, insomma, che fa assomigliare chiunque a un goffo pulcinella di mare dalle gambe particolarmente lunghe. Sulle bretelle tengo duro: assolutamente no. E se il cuscinetto dovesse subire gli effetti della gravità, pazienza, lo tirerò su! Secondo acquisto, una maglietta aderente. Sono un po’ anonime, ma tant’è: stanno sotto. Prendo un modello con le maniche lunghe, in tessuto tecnico che dovrebbe proteggere dal freddo e che scende un po’ sul sedere per non lasciare scoperta la schiena quando ci si piega sul manubrio. Poi un giacchetto, sempre in tessuto tecnico. Questi mi piacciono. Ce ne sono per tutti i gusti. Aderenti in maniera sufficientemente lusinghiera e di tanti colori: gialli fosforescenti, arancioni, azzurri, con fasce luminescenti, marchietti e loghi. Tasche! Anche se in posizioni scomodissime da raggiungere... Scelgo un bell’arancio leggermente fluò, poi adocchio un paio di guantini esattamente dello stesso colore. Perfetti, li voglio! Lui li rimette a posto: «Sono mezzi guanti, sono estivi, non è ancora tempo». E mi mette nel cestino un brutto “paiaccio” di guanti neri e spessi. Poi anche un paio di calzini di quell’altezza che taglia il polpaccio a metà e fa sembrare le gambe due botticelle. Bleah. Approfitto della sua distrazione e rimetto nel cestino i guantini fluò: intanto li prendo, poi si vede. E giacché ci sono, agguanto pure una borraccia dell’esatto arancio di giacca e guanti. Tiè! Ridicola sì, ma almeno coordinata!
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