TURNO DI NOTTE
La leggerezza di Franca che ci mancherà
Ci sono persone di cui è difficile liberarsi. La loro scomparsa è solo un inganno. Ci lasciano, infatti, ma il ricordo di ciò che sono state cresce dentro di noi, giorno dopo giorno, e arricchisce la nostra vita di pari passo con il rimpianto della loro assenza. Franca Valeri, morta ieri pochi giorni dopo aver compiuto cento anni di vita, è uno i questi semi destinati a fecondare il nostro futuro. A mancarci – lo sappiamo già – non sarà solo la sua maestria di attrice ma anche il suo modo di stare al mondo e di guardarsi intorno restituendoci il succo delle sue esplorazioni. I difetti e le ubbìe degli italiani sono stati la materia su cui ha lavorato senza mai cedere al facile gioco del giudizio moralistico. Intollerante della noia e dei noiosi, raccontava gli italiani senza escludersi mai dal campionario umano che osservava con leggerezza di tono, consegnandolo poi al divertimento del pubblico. Apparteneva alla tribù, da sempre minoritaria, di italiani refrattari alla retorica della bontà sfoggiata così come del dolore esibito. Una virtù, questa, di cui siamo sempre a corto e che rende l’elaborazione del lutto per la scomparsa di Franca Valeri un’impresa complicata da portare a termine. E, si spera, fortunatamente impossibile.