TURNO DI NOTTE
La quotidiana malattia delle cattive notizie
Viviamo immersi in profezie di sventure. Dall’ansia per una possibile seconda ondata dell’epidemia di Covid alle previsioni del tempo che scambiano normali acquazzoni estivi per apocalissi bibliche, la nostra vita sembra scorrere su un filo teso su un abisso di sfighe. Ma siamo anche noi ad autoinfliggerci queste overdose di angoscia.
Lo strumento con cui lo facciamo è il nostro telefonino e il meccanismo si chiama “doomscrolling”, dalla parola “doom” che in inglese vuol dire sciagura. Il nome glielo ha affibbiato il New York Times. «La tua sveglia suona alle 6 del mattino. Controlli qualche sito di news e Facebook. Una notizia negativa dopo l’altra», inizia così l’articolo che il giornale americano ha dedicato di recente a questo fenomeno che consiste nell’«annegare lentamente dentro sabbie mobili emotive abbuffandosi di notizie negative».
Come uscire da questo gorgo? Il New York Times suggerisce di dedicare quindici minuti al giorno agli altri. Ma, senza voler per forza dare retta a Sartre che sosteneva che «l’inferno sono gli altri», bisogna comunque stare attenti a come si sceglie il prossimo con cui svagarsi. Evitare altri malati di “doomscrolling” è la prima delle cautele da osservare. La successiva è convincersi che la fine del mondo è una cosa troppo seria per ripetersi a ogni nuovo spuntare del sole.
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