TURNO DI NOTTE
Lettera di un ergastolano ai giovani
A tenerci lontani dall’abisso della sventura sono le voci che ci giungono dal fondo della cattiva sorte più di quelle di chi, al sicuro sulla superficie della vita, ci indichi il rischio di precipitare in quel pozzo oscuro. Una di queste voci ci parla da una lettera inviata, nei giorni scorsi, all’agenzia di stampa Ansa, al quotidiano La Sicilia e al sito Livesicilia. A firmarla è Sebastiano “Iano” Lo Giudice, un catanese di 42 anni, detenuto da quasi 10 anni, per associazione mafiosa e altri reati, in regime di carcere duro a Spoleto.
Secondo il suo avvocato, Lo Giudice «non ha manifestato intenzione di collaborare con la giustizia, ma vuole evitare che altri giovani commettano i suoi stessi gravissimi errori». Per farlo ha preso carta e penna e ha scritto una lettera che somiglia a quelle infilate in una bottiglia e lasciate in balia del mare in cerca di un destinatario. «Istruitevi, aprite gli occhi», scrive l’ergastolano. «Io ho perso la mia gioventù, l’amore dei miei figli. Non prendete esempio da persone come me che si sono rovinati la vita. Abbandonate la droga e l’alcool e godetevi la vita lavorando onestamente e con dignità. Così non dovete avere la paura di chi bussa alla vostra porta».
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