Turno di notte
Quel sorriso di attesa della breve estate
Scendevano sulle Lambrette e sulle Vespe e sul viso avevano il sorriso dell'attesa della breve estate. Erano gli italiani degli anni ’60 che a cavallo degli scooter scendevano dalle città del Nord dove la miseria li aveva spinti nelle fabbriche del Boom. Come pastori di una nuova transumanza senza greggi, scendevano verso i loro paesi del Sud per la breve vacanza incastonata fra le sirene di chiusura e di riapertura degli opifici dove guadagnavano il pane e il companatico. Scendevano a coppie, marito e moglie, raggomitolate sulle motorette. Lui davanti a guidare per centinaia di chilometri; lei dietro, le gambe da un lato come le amazzoni di Walter Scott, le braccia a cingere lui, in testa un foulard per difendere dal vento le permanenti da sfoggiare nelle piazze e nelle strade dell’infanzia. Stretta fra i due, una valigia in cui erano stipate le cose belle da esibire nella breve estate e qualche regalo per i genitori rimasti ad attendere loro e le storie che avrebbero raccontato di quell’altro mondo, visto solo in televisione. La transumanza durava un’intera giornata lungo strade strette come le scarpe della domenica. Ogni tanto una sosta per un caffé e un panino: il tempo di capire dove si trovavano e di contare i chilometri che mancavano. Scendevano così quegli italiani e avevano sul viso il sorriso dell’attesa della breve estate e della speranza del futuro.
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