PALLA AL CENTRO
Zlatan e il calcio che esalta la terza età
Il calcio, e lo sport in genere, non finisce mai di stupire. A maggior ragione in tempo di Covid. Dopo quattro giornate di campionato, il dato rilevante è il valore aggiunto del Milan tornato in vetta alla classifica da solo dopo otto anni: si chiama Zlatan Ibrahimovic. A 39 anni fa la differenza. E già questo fa sbarrare gli occhi. C’è di più: mette al tappeto l’Inter subito dopo aver finito la quarantena per essere stato trovato positivo al coronavirus. La serie A esalta il calcio della terza età, perché agli applausi a scena aperta di un mese fa a Ribery contro l’Inter si aggiunge un’altra considerazione: la Juve senza Cristiano Ronaldo è un’altra cosa. Non riesce a passare a Crotone. Non è dato sapere quale sarà il cammino del Milan, fin dove arriverà. Ma Ibrahimovic, dal suo arrivo a gennaio, ha cambiato volto a una squadra in crisi fino a portarla in vetta. Questo significa che siamo di fronte a un extraterrestre oppure il livello è talmente basso che bastano classe ed esperienza per fare la differenza. Il tempo dirà, perché i facili giudizi inducono a brutte figure. Ricordate l’entusiasmo con cui fu accolto il 3-0 della Juve di Pirlo alla Sampdoria? Bene, l’umore attorno ai bianconeri è già mutato. Per non parlare dell’Inter che ha smarrito quella solidità difensiva che era stato il pilastro su cui Conte l’anno scorso ha eretto il progetto di risalita nerazzurra. E che dire dell’Atalanta che prende quattro schiaffi dal Napoli in 45’ dopo essere stata eletta machina da gol della serie A! È il calcio al tempo del Covid. Milan primo, Sassuolo secondo: la continuità nel lavoro paga, finora. Da oggi si tornerà a parlare di Champions. I viaggi internazionali - come già testimoniato dalla pausa per le nazionali - aiuteranno il virus a circolare. Studiare un’altra formula per limitare le trasferte aiuterebbe a contenere i contagi. L’Uefa dovrebbe meditare...
@roccocoletti1
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