Abuso per un’abitazione: otto mesi al dirigente

Marcogliano condannato: avrebbe favorito uno tra due vicini di casa in lite Il difensore Mastrovincenzo: il mio assistito ha fatto semplicemente il suo dovere

VASTO. La rimessa agricola aveva le caratteristiche di una casa. Il dirigente del Comune, Alfonso Mercolgiano, chiese per questo l’eliminazione dei requisiti che la rendevano simile ad una civile abitazione. Un comportamento che ieri è costato al dirigente del comune di Vasto la condanna a 8 mesi di reclusione per abuso. Avrebbe favorito un vicino del proprietario della rimessa che si era opposto alla costruzione. Rigettata la richiesta di costituzione di parte civile. Il collegio dei giudici del tribunale di Vasto - Elio Bongrazio, Fabrizio Pasquale e Michelina Iannetta, si è riservato di fornire le motivazioni complete entro 90 giorni. «Leggeremo le motivazioni e poi, sicuramente, presenterò appello dal momento che il mio cliente ha fatto semplicemente il proprio dovere», ha dichiarato il legale di Mercogliano, l’avvocato Nicola Mastrovincenzo al termine dell’udienza.

La sentenza è l’epilogo di una vicenda che risale a diversi anni fa. Gli acquirenti di un terreno dopo aver fatto demolire la stalla presentarono la richiesta di autorizzazione alla realizzazione di una civile abitazione. La decisione pare non fosse gradita ai vicini che si opposero. Il Comune e il Tar rigettarono quindi la richiesta dei proprietari. I titolari dell’immobile allora presentarono al Comune la richiesta di autorizzazione alla realizzazione di una rimessa agricola.

Mercogliano rispose ai richiedenti che l’autorizzazione era subordinata ad alcuni presupposti. In sostanza sarebbe stata concessa a patto che venissero eliminate alcune caratteristiche che rendevano l’immobile simile a una casa. Per essere considerata rimessa andavano eliminate porte, finestre e pavimenti. I proprietari accolsero male la risposta del dirigente. Lo ritennero un abuso per favorire il loro vicino e denunciarono Mercogliano. Il dirigente venne rinviato a giudizio e ieri si è celebrato il processo. Il presidente Bongrazio e i giudici a latere ritenendo che il comportamento del dirigente configurasse un abuso, lo hanno condannato alla pena di 8 mesi.

Una sentenza che ha destato non poco clamore in città. Mercogliano, finito altre volte davanti i giudici, è sempre riuscito a dimostrare la propri innocenza uscendo testa alta da ogni giudizio. Il suo difensore non ha nascosto il proprio stupore davanti alla sentenza. Sia l’imputato che il suo avvocato aspettano di leggere le motivazioni.

«Avremo un quadro più chiaro della situazione», dice l’avvocato Mastrovincenzo. «Di sicuro ritenendo che nel comportamento del mio assistito non siano ravvisabili colpe presenterò appello».

Paola Calvano

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