Accusa il marito di molestie ma finisce indagata in aula
L’uomo assolto dopo il racconto del figlio che aveva scagionato il padre Il giudice manda gli atti in Procura, la donna ora deve rispondere di calunnia
VASTO. Trascina l’ex marito davanti ai giudici, ma alla fine del processo da accusatrice diventa accusata mentre l’uomo è stato assolto Aggredita nella propria casa, infastidita e minacciata a lungo dall’ex marito: questa la versione dei fatti ripetuta per anni ai giudici da A.L., elegante professionista pescarese di 40 anni. Una storia che ha convinto i magistrati a chiedere il rinvio a giudizio per stalking dell’ex marito, P.G., 42 anni di Vasto.
La donna non aveva fatto i conti col figlio, nè aveva pensato che le moderne tecniche investigative permettono di stabilire in qualunque momento dove si trova una persona. Il doppio errore di valutazione è costato caro alla donna. Il figlio ha smentito la madre e il cellulare ha permesso agli investigatori di stabilire che nel giorno in cui la donna ha dichiarato di essere stata picchiata, il marito, rappresentante di prodotti farmaceutici, si trovava per lavoro in Canada.
L’uomo è stato assolto. Il giudice ha rinviato gli atti alla Procura e ritiene che per la donna possa scattare l’incriminazione per calunnia e per il medico che le aveva fornito il certificato, la denuncia per falsa certificazione medica.
L’incubo di P.G. è durato 5 anni e mezzo. «È stata una penosa odissea, resa ancora più insopportabile dalla consapevolezza di non avere mai fatto del male alla ex moglie», afferma il legale dell'uomo, l’avvocato Sebastiano Del Casale.
Tutto ebbe inizio con una telefonata fra i due ex coniugi. «Lei ha invitato l’ex marito ad andare a trovarla a Pescara», racconta l’avvocato Del Casale. «Pochi minuti dopo l’arrivo dell’uomo la signora ha chiamato i carabinieri accusando il marito di averla aggredita». Dopo qualche tempo la donna ha presentato altre denunce. «Il mio cliente è stato rinviato a giudizio per stalking. Martedì a Pescara si è celebrato il processo ma dopo pochi minuti, grazie al figlio della coppia, si è registrato il primo colpo di scena», afferma il difensore dell’imputato.
Il giovane che all’epoca dei fatti era una adolescente oggi ha 18 anni e ha testimoniato. «Ha sostenuto che il padre non ha mai alzato un dito per colpire la madre», dice l’avvocato Del Casale. La difesa ha poi mostrato al giudice le perizie sul cellulare e che hanno accertato che nei giorni i cui la donna sosteneva di essere stata aggredita, l’ex marito era molto lontano.
Paola Calvano
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