Acqua, nuove chiusure notturne Cala ancora la portata del Verde Alla grave siccità della stagione estiva subentra ora la nota riduzione del periodo ottobre-gennaio Talone (Sasi): veniamo da due anni difficili e siamo scesi da 1.100 litri al secondo, già ridotti, a 850

LANCIANO. È il calo fisiologico dell’acqua alla sorgente del Verde che si registra in questo periodo e si aggiunge alla siccità che ha già ridotto la portata dell’acqua, a spingere la Sasi - la...

LANCIANO. È il calo fisiologico dell’acqua alla sorgente del Verde che si registra in questo periodo e si aggiunge alla siccità che ha già ridotto la portata dell’acqua, a spingere la Sasi - la società che gestisce il servizio idrico integrato in 87 comuni delle provincia di Chieti - a diramare l'ennesimo bollettino sulle chiusure programmate settimanali: fino al 7 ottobre ancora 61 su 87 i comuni coinvolti nei razionamenti e sempre chiusure che, ad esempio per Lanciano si dividono con le contrade a secco dalle 18 alle 6, il centro e Santa Rita dalle 21.30 alle 6, altri centri come Paglieta, San Vito, Ortona dalle 18 con proteste di utenti ormai esasperati. «Adesso basta non ne possiamo più», sbottano in molti utenti anche sui social gestiti dalla Sasi. «Con le temperature più basse e le piogge non dovevano finire le chiusure?», chiede la gran parte dei cittadini che viene da chiusure giornaliere da giugno, mentre ci sono altri, come i residenti delle contrade di Lanciano o dell’Alto Vastese che fanno i conti coi razionamenti da anni.
«Di certo sono scesi i consumi con il calo della popolazione per la fine delle ferie già da settembre e le temperature più basse anche se abbiamo avuto picchi di 30° mentre le piogge ricaricano le sorgenti superficiali», spiega Fabrizio Talone, responsabile reti adduzione e distribuzione della Sasi, «ma ora siamo nel periodo di abbassamento fisiologico della sorgente, che c’è ogni anno e interessa il periodo ottobre- gennaio».
Grazie a osservazione e studi della sorgente del Verde si è visto che in media la quantità di acqua a disposizione si riduce tra ottobre e gennaio, poi c'è un periodo di stasi e la portata risale da aprile per assicurare anche i consumi estivi: questo se, come accaduto fino a due anni fa, in inverno ci sono nevicate e il freddo permette alla neve di sciogliersi lentamente e ricaricare le falde. «Il problema che porta oggi alle chiusure rispetto agli altri anni in questo periodo», riprende Talone, «è che veniamo da due anni di siccità, inverni quasi senza neve e la falda non si è rimpinguata. Siamo partiti “in perdita” già a gennaio con 1.100 litri di acqua al secondo, ora perdiamo mediamente circa 10-15 litri a settimana e siamo scesi a circa 850 litri/sec con una portata massima che è di 1.200 l/s. Ci sono le pompe dei quattro pozzi di Fara accesi e lo sono da ottobre del 2023 (e ci si chiede anche per quanto tempo ancora possono restare accese, ndc) e non riusciamo a colmare questi 400 litri al secondo di acqua in meno che abbiamo rispetto alla quantità che ci permette di soddisfare il fabbisogno dei nostri utenti: da qui le chiusure».
Insomma con la sorgente più grande in difficoltà per problemi fisiologici che si aggiungono alla siccità, a una rete colabrodo (che sarà sostituita nella tratta Fara-Casoli-Scerni con fondi Pnrr) la crisi idrica non è finita.
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