Acquedotto a pezzimetà dei rifornimentiperduta col maltempo
La società pubblica che gestisce il servizio idrico in 92 comuni del Chietino: l'eccezionale nevicata di questi giorni ha messo in luce ancora una volta l'inadeguatezza della rete idrica del territorio (foto: Scutti)
LANCIANO. «Basta con la demagogia dell'aumento delle tariffe dell'acqua: servono investimenti per una massiccia sostituzione delle condutture». Domenico Scutti, presidente della Sasi, la società pubblica che gestisce il servizio idrico in 92 comuni del Chietino, lancia l'allarme: l'eccezionale nevicata di questi giorni ha messo in luce ancora una volta l'inadeguatezza della rete idrica del territorio. Un intrico di tubature, 7.700 chilometri, costruito decine di anni fa, che perde lungo il percorso circa la metà dell'acqua che trasporta.
«Abbiamo in gestione impianti in condizioni molto critiche», dice Scutti, «per anni e anni non sono stati fatti investimenti, ma solo un discorso di riduzione tariffaria. Tutta la rete registra perdite eccezionali: questa situazione ci costringe a correre dietro l'emergenza ogni giorno».
Fra poco più di due settimane, il primo marzo, sarà operativo il piano d'ambito, la programmazione tecnica economica e finanziaria approvata a dicembre dai sindaci dell'ex Ato, e che prevede l'aumento immediato della tariffa da 1,25 euro al metro cubo a 1,36 euro - fino a raggiungere il picco di 1,73 euro nel 2023 - e sblocca investimenti per 246 milioni di euro su reti, fognature e acquedotti.
«Gli investimenti serviranno, nei prossimi tre anni, a rimettere la rete in uno stato decente», sottolinea il presidente della Sasi, «a realizzare depuratori nelle zone dove non ci sono e ad adeguare quelli esistenti, ormai vecchi. Ma deve terminare la demagogia sull'aumento delle tariffe, un aumento che non peserà per le tasche delle famiglie più di 20-30 euro all'anno sulle bollette, che restano comunque le più basse d'Italia».
Il riferimento è alle associazioni e ai comitati referendari, che continuano a proclamare l'illegittimità del piano d'ambito e a contestare le passate gestioni della Sasi, che hanno portato a minori ricavi per circa 66 milioni di euro e a mancati investimenti per 105 milioni.
«Ci stiamo attrezzando con i piani economici finanziari perché le banche possano anticiparci i finanziamenti», tira dritto Scutti, «entro questo mese predisporremo i conti economici per i prossimi tre anni e il budget annuale, documenti mai redatti prima perché questa società non è stata mai gestita con criteri manageriali», sottolinea il presidente della Sasi contro le passate gestioni avallate dalla politica, «intanto mancano solo collegamenti e piccole rifiniture e tra la fine di marzo e i primi di aprile sarà inaugurato il nuovo acquedotto di Lanciano, che risolverà la crisi idrica che colpisce la città e la costa frentana. Insieme alla neve caduta abbondante in questi giorni a primavera le sorgenti saranno cariche: la prossima estate non avremo problemi».
«Abbiamo in gestione impianti in condizioni molto critiche», dice Scutti, «per anni e anni non sono stati fatti investimenti, ma solo un discorso di riduzione tariffaria. Tutta la rete registra perdite eccezionali: questa situazione ci costringe a correre dietro l'emergenza ogni giorno».
Fra poco più di due settimane, il primo marzo, sarà operativo il piano d'ambito, la programmazione tecnica economica e finanziaria approvata a dicembre dai sindaci dell'ex Ato, e che prevede l'aumento immediato della tariffa da 1,25 euro al metro cubo a 1,36 euro - fino a raggiungere il picco di 1,73 euro nel 2023 - e sblocca investimenti per 246 milioni di euro su reti, fognature e acquedotti.
«Gli investimenti serviranno, nei prossimi tre anni, a rimettere la rete in uno stato decente», sottolinea il presidente della Sasi, «a realizzare depuratori nelle zone dove non ci sono e ad adeguare quelli esistenti, ormai vecchi. Ma deve terminare la demagogia sull'aumento delle tariffe, un aumento che non peserà per le tasche delle famiglie più di 20-30 euro all'anno sulle bollette, che restano comunque le più basse d'Italia».
Il riferimento è alle associazioni e ai comitati referendari, che continuano a proclamare l'illegittimità del piano d'ambito e a contestare le passate gestioni della Sasi, che hanno portato a minori ricavi per circa 66 milioni di euro e a mancati investimenti per 105 milioni.
«Ci stiamo attrezzando con i piani economici finanziari perché le banche possano anticiparci i finanziamenti», tira dritto Scutti, «entro questo mese predisporremo i conti economici per i prossimi tre anni e il budget annuale, documenti mai redatti prima perché questa società non è stata mai gestita con criteri manageriali», sottolinea il presidente della Sasi contro le passate gestioni avallate dalla politica, «intanto mancano solo collegamenti e piccole rifiniture e tra la fine di marzo e i primi di aprile sarà inaugurato il nuovo acquedotto di Lanciano, che risolverà la crisi idrica che colpisce la città e la costa frentana. Insieme alla neve caduta abbondante in questi giorni a primavera le sorgenti saranno cariche: la prossima estate non avremo problemi».
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